🕙: 8 min.
image_pdfimage_print

Sin dagli inizi, la Società Salesiana ha avuto, come molti altri ordini religiosi, un cardinale protettore. Nel tempo, fino al Concilio Vaticano II, si sono succeduti nove cardinali protettori, un ruolo di grande importanza per la crescita della Società Salesiana.


L’istituzione dei cardinali protettori per le congregazioni religiose è una tradizione antica che risale ai primi secoli della Chiesa, quando il Papa nominava difensori e rappresentanti della fede. Con il passare del tempo, questa pratica si estese agli ordini religiosi, ai quali veniva assegnato un cardinale con il compito di proteggerne i diritti e le prerogative presso la Santa Sede. Anche la Società Salesiana di San Giovanni Bosco godette di tale favore, avendo diversi cardinali che la rappresentavano e proteggevano nelle sedi ecclesiali.

Origine del ruolo di Cardinale Protettore
L’usanza di avere un protettore risale ai primi secoli dell’Impero Romano, quando Romolo, fondatore di Roma, creò due ordini sociali: patrizi e plebei. Ogni plebeo poteva eleggere un patrizio come protettore, stabilendo un sistema di reciproco beneficio tra le due classi sociali. Questa pratica venne in seguito adottata anche dalla Chiesa. Uno dei primi esempi di protettore ecclesiastico è quello di San Sebastiano, nominato da Papa Caio nel 283 d.C. come difensore della Chiesa di Roma.

Nel XIII secolo, l’assegnazione di cardinali protettori agli ordini religiosi divenne una prassi consolidata. San Francesco d’Assisi fu uno dei primi a richiedere un cardinale protettore per il suo ordine. A seguito di una visione in cui i suoi frati venivano attaccati da rapaci, Francesco chiese al Papa di assegnare un cardinale come loro difensore. Innocenzo III acconsentì e nominò il cardinale Ugolino Conti, nipote del Papa. Da allora, gli ordini religiosi seguirono questa tradizione per ottenere protezione e supporto nei loro rapporti con la Chiesa.

Questa pratica si diffuse quasi come una necessità, poiché i nuovi ordini mendicanti e itineranti avevano uno stile di vita diverso da quello dei monaci con dimora fissa, ben conosciuti dai vescovi locali. Le distanze geografiche, i diversi sistemi politici dei luoghi in cui operavano i nuovi ordini religiosi e le difficoltà nelle comunicazioni dell’epoca richiedevano una figura autorevole che conoscesse a fondo le loro problematiche ed esigenze. Questa figura poteva rappresentarli presso la Curia Romana, difendere i loro diritti e interessi e intercedere presso la Santa Sede in caso di necessità. Il cardinale protettore non aveva giurisdizione ordinaria sugli ordini religiosi; il suo ruolo era quello di un protettore benevolo, anche se in particolari circostanze poteva ricevere poteri delegati.

Questa pratica si estese anche agli altri ordini religiosi e, nel caso della Società Salesiana, i cardinali protettori hanno svolto un ruolo cruciale nel garantire il riconoscimento e la protezione della giovane congregazione, soprattutto nei suoi primi anni di vita, quando essa cercava di consolidarsi all’interno della struttura della Chiesa Cattolica.

La scelta del Cardinale Protettore
Il rapporto tra don Bosco e la gerarchia ecclesiastica fu complesso, soprattutto nei primi anni della fondazione della congregazione. Non tutti i cardinali e vescovi vedevano con favore il modello educativo e pastorale proposto da don Bosco, in parte a causa del suo approccio innovativo e in parte per la sua insistenza nel rivolgersi alle classi più povere e svantaggiate.

La scelta del cardinale protettore non era casuale, ma avveniva con grande attenzione. Solitamente, si cercava un cardinale che avesse familiarità con l’ordine o che avesse dimostrato interesse per il tipo di lavoro svolto dalla congregazione. Nel caso dei salesiani, questo significava cercare cardinali che avessero una particolare attenzione per i giovani, per l’educazione o per le missioni, dato che queste erano le aree principali di attività della Società. Ovviamente, la nomina definitiva dipendeva dal Papa e dalla Segreteria di Stato.

Il ruolo del Cardinale Protettore per i Salesiani
Per la Società Salesiana, il cardinale protettore rappresentava una figura chiave nella sua interazione con la Santa Sede, aiutando a mediare eventuali controversie, garantire la corretta interpretazione delle regole canoniche e assicurare che le necessità dell’ordine fossero comprese e rispettate. A differenza di alcune congregazioni più antiche, che avevano già consolidato un forte rapporto con le autorità ecclesiastiche, i salesiani, nati in un’epoca di rapidi cambiamenti sociali e religiosi, necessitavano di un sostegno significativo per affrontare le sfide iniziali, sia a livello interno che esterno.

Uno degli aspetti più importanti del ruolo del cardinale protettore era la sua capacità di sostenere i salesiani nei rapporti con il Papa e la Curia. Questo ruolo di mediatore e protettore forniva alla congregazione un canale diretto con le alte sfere della Chiesa, permettendo loro di esprimere preoccupazioni e richieste che altrimenti avrebbero potuto essere ignorate o rimandate. Il cardinale protettore aveva anche il compito di vigilare affinché la Società Salesiana rispettasse le direttive del Papa e della Chiesa, assicurando che la loro missione rimanesse in linea con l’insegnamento cattolico.

In una sua visita a Roma, nel febbraio del 1875, don Bosco chiese al Santo Padre Pio IX la grazia di avere un cardinale protettore:

Nella stessa udienza egli domandò al Papa, se dovesse, come le altre Congregazioni religiose, chiedere un Cardinale Protettore. Il Papa testualmente gli rispose: – Finché sarò io in vita sarò sempre vostro Protettore, e della vostra Congregazione” (MB XI, 113).

Tuttavia, accorgendosi della necessità di una persona di riferimento che avesse l’autorità per portare avanti varie pratiche per la Società Salesiana, nel 1876 don Bosco tornò a chiedere al Papa un cardinale protettore:

Avendo poi io domandato che per sbrogliare i nostri negozi ecclesiastici a Roma, assegnasse a noi un Cardinale Protettore che perorasse le nostre cause presso la Santa Sede, come hanno tutti gli altri Ordini e Congregazioni, sorridente mi disse: – Ma quanti protettori volete? Non ne avete abbastanza di uno? – Facendomi intendere: voglio essere io il vostro Cardinale protettore; ne volete ancora altri? Sentendo parole di tanta bontà, lo ringraziai di tutto cuore e gli dissi: – Padre Santo, quando voi dite questo, io non cerco più altro difensore.” (MB XII, 221-222).

Dopo questa risposta appagante, don Bosco ottenne comunque un cardinale protettore nello stesso anno, 1876:

3° Ho fatta dimanda di un Cardinale protettore pel cui mezzo comunicare con S. S. Dapprima pareva che desiderasse egli stesso essere nostro Protettore, ma quando gli feci notare che il Cardinale Protettore era appunto un referendario delle cose Salesiane a S. S., che tali cose noi non potevamo trattare nelle Sacre Congregazioni perché lontani, S. Santità sarebbe appunto stato il nostro Protettore di fatto, il Cardinale avrebbe maneggiato le nostre cose nei vari dicasteri per riferirle poscia a S. S. – In questo senso va bene, egli aggiunse, e comunicherò ogni cosa alla Cong. dei VV. e RR. – Il Card. è l’Em.mo Oreglia che sarà protettore delle nostre Missioni, dei Cooperatori Salesiani, dell’Opera di Maria A.; dell’Arciconfraternita dei divoti di M. A. e di tutta la Congregazione Salesiana per gli affari che dovranno trattarsi in Roma presso alla S. Sede.” (MB XIII, 496-497)

Di questo cardinale fece cenno don Bosco nel suo scritto “Il più bel fiore del collegio apostolico ossia l’elezione di Leone XIII” (pp. 193-194):

XXVIII. Il Card. Luigi Oreglia
Luigi Oreglia dei Baroni di S. Stefano onora il Piemonte come il cardinale Bilio, essendo egli nato in Benevagienna nella diocesi di Mondovì il 9 luglio 1828. Fece i suoi studi teologici in Torino sotto il magistero de’ nostri valenti professori, che ne ammiravano la mente perspicace e l’amore indefesso al lavoro. Passò quindi a Roma nell’Accademia ecclesiastica, dove compì lodevolmente la sua educazione religiosa, ed attese allo studio delle lingue, principalmente della tedesca, in cui è valentissimo. Entrato nella prelatura, fu il 15 aprile 1858 nominato referendario di Segnatura, quindi mandato internunzio all’Aia in Olanda, donde poi passò in Portogallo, dopo essere stato preconizzato Arcivescovo di Damiata, succedendo in quell’importante ufficio diplomatico all’eminentissimo cardinale Perrieri. Trovò in Portogallo vive ancora certe tradizioni di Pombal, che con somma intelligenza e coraggio combatté. Per la qual cosa non riuscì troppo gradito a coloro che allora comandavano. Ed egli tornossene a Roma ed il Santo Padre, per dimostrare che se egli cessava di rappresentare la Santa Sede in Portogallo non era per nessun demerito, lo creò e pubblicò Cardinale nel Concistoro del 22 dicembre 1873, dandogli il titolo di Santa Anastasia e nominandolo prefetto della Sacra Congregazione delle Indulgenze e Sacre Reliquie. Il Cardinale Oreglia alle nobili maniere del gentiluomo aggiunge le virtù del sacerdote esemplare. Pio Nono l’ebbe sempre carissimo ed amava la sua conversazione piena di riserbo e di grazia. Egli va adagio ad impegnarsi in qualche affare, ma quando spende una parola non bada più a fatiche e disturbi purché riesca bene. È molto limosiniero. Il novello Pontefice lo tiene in grande considerazione e lo confermò nella carica di prefetto della Sacra Congregazione delle Indulgenze e Sacre Reliquie.”

Il cardinale Luigi Oreglia rimase protettore dei salesiani dal 1876 al 1878, anche se aveva già svolto questo compito in modo informale prima del 1876.

Tuttavia, ufficialmente, il primo cardinale protettore dei salesiani fu Lorenzo Nina, che svolse questo incarico dal 1879 al 1885. Leone XIII acconsentì alla richiesta di don Bosco di avere un cardinale protettore per la Società, e la notifica ufficiale avvenne dopo l’udienza del 29 marzo 1879:

Sei giorni dopo questa udienza, con biglietto della Segreteria di Stato recante la firma di monsignor Serafino Cretoni, si notificava ufficialmente a Don Bosco la nomina del Protettore, in questi onorifici termini: ‘La Santità di Nostro Signore, volendo che la Congregazione Salesiana, la quale va acquistando ogni giorno nuovi titoli alla speciale benevolenza della S. Sede per le opere di carità e di fede impiantate nelle varie parti del mondo, abbia uno speciale Protettore, si è benignamente degnata di conferire quest’officio al Sig. Cardinal Lorenzo Nina, Suo Segretario di Stato’. Al tempo di Pio IX faceva da Protettore il cardinale Oreglia, ma solo a titolo officioso, avendo quel Pontefice riserbato a sé la protezione della Società, bisognosa di particolare e paterna assistenza nei suoi primordi; ora invece si aveva il Protettore vero e proprio al pari delle altre Congregazioni religiose. Né la scelta poteva cadere su Prelato più benevolo; che, avendo conosciuto Don Bosco prima del cardinalato, nutriva per lui altissima stima e gli portava sincera affezione. Pregato da Don Bosco a voler essere il Protettore dei Salesiani, vi si era mostrato dispostissimo, dicendogli: – Non potrei offrirmi per questo al Santo Padre; ma se il Santo Padre me lo dice, accetto subito. – Diede prova eloquente del suo buon volere quando il Beato gli propose che, avendo Sua Eminenza tanto da fare, gli assegnasse una persona con cui trattare la faccenda delle Missioni. Rispose il Cardinale: – No, no; voglio che la trattiamo noi direttamente; passi domani alle quattro e mezzo, e ci parleremo meglio. È un miracolo il vedere una Congregazione venir su in questi tempi sulle rovine altrui, dove tutto si vorrebbe distruggere. – Il Beato sperimentò sovente quanto gli fosse giovevole una sì affettuosa protezione. Ritornato a Torino e comunicata al Capitolo Superiore la designazione pontificia del Protettore, inviò al Cardinale, in nome di tutta la Congregazione, una lettera di ringraziamento perché egli si fosse degnato di accettare quell’ufficio, di cordialissimo omaggio e di preghiera per le Missioni e forse anche per i privilegi; tanto ci è dato argomentare dalla seguente risposta di Sua Eminenza.” (MB XIV, 78-79)

Da questo momento in poi, la Congregazione Salesiana avrà sempre un cardinale protettore con grande influenza nella Curia Romana.

Oltre a questa figura ufficiale, vi sono sempre stati altri cardinali e alti prelati che, comprendendo l’importanza dell’educazione, hanno sostenuto i salesiani. Fra questi ricordiamo i cardinali Alessandro Barnabò (1801-1874), Giuseppe Berardi (1810-1878), Gaetano Alimonda (1818-1891), Luigi Maria Bilio (1826-1884), Luigi Galimberti (1836-1896), Augusto Silj (1846-1926) e molti altri.

Elenco dei Protettori della Società Salesiana di San Giovanni Bosco:

 Cardinale protettore SDBPeriodoNomina
 Beato Papa Pio IX  
1Luigi OREGLIA1876-1878 
2Lorenzo NINA1879-188529.03.1879 (MB XIV,78-79)
3Lucido Maria PAROCCHI1886-190312.04.1886 (ASV, Segr. Stato, 1886, prot. 66457; ASC D544, cardinali protettori, Parocchi)
4Mariano RAMPOLLA DEL TINDARO1903-191331.03.1093 (carta del cardinal Rampolla a don Rua)
5Pietro GASPARRI1914-193409.10.1914 (AAS 1914-006, p. 22)
6Eugenio PACELLI (Pio XII)1935-193902.01.1935 (AAS 1935-027, p.116)
7Vincenzo LA PUMA1939-194324.05.1939 (AAS 1939-031, p. 281)
8Carlo SALOTTI1943-194729.12.1943 (AAS 1943-036, p. 61)
9Benedetto Aloisi MASELLA1948-197010.02.1948 (AAS 1948-040, p.165)

L’ultimo protettore dei salesiani è stato il cardinale Benedetto Aloisi Masella, poiché il ruolo dei protettori fu annullato dalla Segreteria di Stato al tempo del Concilio Vaticano II, nel 1964. I protettori in carica rimasero fino alla loro morte, e con loro si spense anche l’ufficio ricevuto.

Questo è avvenuto perché, nel contesto contemporaneo, il ruolo del cardinale protettore ha perso parte della sua rilevanza formale. La Chiesa Cattolica ha subito numerose riforme nel corso del XX secolo, e molte delle funzioni che un tempo erano delegate ai cardinali protettori sono state incorporate nelle strutture ufficiali della Curia romana o sono state rese obsolete da cambiamenti nella governance ecclesiastica. Tuttavia, anche se la figura del cardinale protettore non esiste più con le stesse prerogative del passato, il concetto di protezione ecclesiastica rimane importante.

Oggi, i Salesiani, come molte altre congregazioni, mantengono un rapporto stretto con la Santa Sede attraverso diversi dicasteri e uffici curiali, in particolare il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Inoltre, molti cardinali continuano a sostenere personalmente la missione dei Salesiani, anche senza il titolo formale di protettore. Questa vicinanza e sostegno rimangono fondamentali per garantire che la missione salesiana continui a rispondere alle sfide del mondo contemporaneo, in particolare nell’educazione giovanile e nelle missioni.

L’istituzione dei cardinali protettori per la Società Salesiana fu un elemento cruciale per la sua crescita e il suo consolidamento. Grazie alla protezione offerta da queste eminenti figure ecclesiastiche, don Bosco e i suoi successori poterono portare avanti la missione salesiana con maggiore serenità e sicurezza, sapendo di poter contare sul supporto della Santa Sede. L’opera dei cardinali protettori si rivelò essenziale non solo per la difesa dei diritti della congregazione, ma anche per favorire la sua espansione in tutto il mondo, contribuendo a diffondere il carisma di don Bosco e il suo sistema educativo.