La Congregazione Salesiana, fondata nel 1859 da San Giovanni Bosco, ha avuto alla sua guida un superiore generale chiamato, già dai tempi di don Bosco, Rettor Maggiore. La figura del Rettore Maggiore è centrale nella leadership della congregazione, fungendo da guida spirituale e centro di unità non solo dei salesiani ma anche dell’intera Famiglia Salesiana. Ogni Rettore Maggiore ha contribuito in modo unico alla missione salesiana, affrontando le sfide del loro tempo e promuovendo l’educazione e la vita spirituale dei giovani. Facciamo un breve riassunto dei Rettori Maggiori e delle sfide che hanno dovuto affrontare.
San Giovanni Bosco (1859-1888)
San Giovanni Bosco, fondatore della Congregazione Salesiana, incarnò qualità distintive che hanno plasmato l’identità e la missione dell’ordine. La sua profonda fede e fiducia nella Divina Provvidenza lo resero un leader carismatico, capace di ispirare e guidare con visione e determinazione. La sua dedizione instancabile all’educazione dei giovani, specialmente dei più bisognosi, si manifestò attraverso l’innovativo Sistema Preventivo, basato su ragione, religione e amorevolezza. don Bosco promosse un clima di famiglia nelle case salesiane, favorendo relazioni sincere e fraterne. La sua capacità organizzativa e il suo spirito imprenditoriale portarono alla creazione di numerose opere educative. La sua apertura missionaria spinse la Congregazione oltre i confini italiani, diffondendo il carisma salesiano nel mondo. La sua umiltà e semplicità lo resero vicino a tutti, guadagnandosi la fiducia e l’affetto di collaboratori e giovani.
San Giovanni Bosco affrontò molte difficoltà. Dovette superare l’incomprensione e l’ostilità di autorità civili ed ecclesiastiche, che spesso diffidavano del suo metodo educativo e della sua rapida crescita. Affrontò gravi difficoltà economiche nel sostenere le opere salesiane, spesso contando solo sulla Provvidenza. Gestire giovani difficili e formare collaboratori affidabili fu un compito arduo. Inoltre, la sua salute, logorata dall’intenso lavoro e dalle continue preoccupazioni, fu un limite costante. Nonostante tutto, affrontò ogni prova con fede incrollabile, amore paterno per i giovani e una determinazione instancabile, portando avanti la missione con speranza.
1. Beato Michele Rua (1888-1910)
Il ministero di Rettor Maggiore del Beato Michele Rua si caratterizza come fedeltà al carisma di don Bosco, consolidamento istituzionale e espansione missionaria. È stato nominato da don Bosco come successore per ordine del papa Leone XIII, nell’udienza del 24.10.1884. Dopo la confermazione del Papa, nel 24.09.1885, don Bosco ha reso pubblica la sua scelta davanti al Capitolo Superiore.
Alcune caratteristiche del suo rettorato:
– agì come “regola vivente” del sistema preventivo, mantenendo integro lo spirito educativo di don Bosco attraverso formazione, catechesi e direzione spirituale; fu un continuatore del fondatore;
– diresse la Congregazione in crescita esponenziale, gestendo centinaia di case e migliaia di religiosi, con visite pastorali in tutto il mondo nonostante problemi di salute;
– fronteggiò calunnie e crisi (come lo scandalo del 1907) difendendo l’immagine salesiana;
– promosse le Figlie di Maria Ausiliatrice e i Cooperatori, rafforzando la struttura tripartita voluta da don Bosco;
– sotto la sua guida, i Salesiani passarono da 773 a 4.000 membri, e le case da 64 a 341, estendendosi in 30 nazioni.
2. Don Paolo Albera (1910-1921)
Il ministero di Rettor Maggiore di don Paolo Albera si distingue per fedeltà al carisma di don Bosco ed espansione missionaria globale. Eletto nel Capitolo Generale 11.
Alcune caratteristiche del suo rettorato:
– mantenne integro il sistema preventivo, promuovendo la formazione spirituale dei giovani salesiani e la diffusione del Bollettino Salesiano come strumento di evangelizzazione;
– affrontò le sfide della Prima Guerra Mondiale, con salesiani mobilitati (oltre 2.000 chiamati alle armi, 80 di loro morti in guerra) e case trasformate in ospedali o caserme, mantenendo coesione nella Congregazione; questo conflitto causò la sospensione del Capitolo Generale previsto e interruppe molte attività educative e pastorali;
– affrontò le conseguenze di questa guerra che generò un aumento della povertà e del numero di orfani, richiedendo un impegno straordinario per accogliere e sostenere questi giovani nelle case salesiane;
– aprì nuove frontiere in Africa, Asia e America, inviando 501 missionari in nove spedizioni ad gentes e fondando opere in Congo, Cina e India.
3. Beato Filippo Rinaldi (1922-1931)
Il ministero di Rettor Maggiore del Beato Filippo Rinaldi si caratterizza per fedeltà al carisma di don Bosco, espansione missionaria e innovazione spirituale. Eletto nel Capitolo Generale 12.
Alcune caratteristiche del suo rettorato:
– mantenne integro il sistema preventivo, promuovendo la formazione interiore dei salesiani;
– inviò oltre 1.800 salesiani in tutto il mondo, fondò istituti missionari e riviste, aprendo nuove frontiere in Africa, Asia e America;
– istituì l’associazione degli Ex-allievi e il primo Istituto secolare salesiano (Volontarie di don Bosco), adattando lo spirito di don Bosco alle esigenze del primo Novecento;
– rianimò la vita interiore della Congregazione, esortando a una “confidenza illimitata” in Maia Ausiliatrice, eredità centrale del carisma salesiano;
– enfatizzò l’importanza della formazione spirituale e dell’assistenza agli emigrati, promuovendo opere di previdenza e associazioni tra lavoratori;
– durante il suo rettorato, i membri passarono da 4.788 a 8.836 e le case da 404 a 644, evidenziando la sua capacità organizzativa e il suo zelo missionario.
4. Don Pietro Ricaldone (1932-1951)
Il ministero di Rettor Maggiore di don Pietro Ricaldone si caratterizza per consolidamento istituzionale, impegno durante la Seconda Guerra Mondiale e collaborazione con le autorità civili. Eletto nel Capitolo Generale 14.
Alcune caratteristiche del suo rettorato:
– potenziò le case salesiane e i centri di formazione, fondò l’Università Pontificia Salesiana (1940) e curò la canonizzazione di don Bosco (1934) e Madre Mazzarello (1951);
– affrontò la Guerra Civile Spagnola (1936-1939) che rappresentò una delle principali difficoltà, con persecuzioni che colpirono duramente le opere salesiane nel paese;
– successivamente affrontò la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) causò ulteriori sofferenze: molti salesiani furono deportati o privati della libertà, e le comunicazioni tra la Casa Generalizia di Torino e le comunità sparse nel mondo furono interrotte; inoltre, l’avvento di regimi totalitari in Europa orientale portò alla soppressione di diverse opere salesiane;
– durante la guerra, aprì le strutture salesiane a sfollati, ebrei e partigiani, mediando per la liberazione di prigionieri e proteggendo chi era in pericolo;
– promosse la spiritualità salesiana attraverso opere editoriali (es. Corona patrum salesiana) e iniziative a favore dei giovani marginalizzati.
5. Don Renato Ziggiotti (1952-1965)
Il ministero di Rettor Maggiore di don Renato Ziggiotti (1952-1965) si caratterizza per espansione globale, fedeltà al carisma e impegno conciliare. Eletto nel Capitolo Generale 17.
Alcune caratteristiche del suo rettorato:
– fu il primo Rettor Maggiore a non aver conosciuto personalmente don Bosco e a rinunciare all’incarico prima della morte, dimostrando grande umiltà;
– durante il suo mandato, i salesiani passarono da 16.900 a oltre 22.000 membri, con 73 ispettorie e quasi 1.400 case in tutto il mondo;
– promosse la costruzione della Basilica di San Giovanni Bosco a Roma e del santuario sul Colle dei Becchi (Colle don Bosco), oltre al trasferimento del Pontificio Ateneo Salesiano nella capitale;
– fu il primo Rettor Maggiore a partecipare attivamente alle prime tre sessioni del Concilio Vaticano II, anticipando il rinnovamento della Congregazione e il coinvolgimento dei laici;
– compì un’impresa senza precedenti: visitò quasi tutte le case salesiane e Figlie di Maria Ausiliatrice, dialogando con migliaia di confratelli, nonostante le difficoltà logistiche.
6. Don Luigi Ricceri (1965-1977)
Il ministero di Rettor Maggiore di don Luigi Ricceri si caratterizza per rinnovamento conciliare, centralizzazione organizzativa e fedeltà al carisma salesiano. Eletto nel Capitolo Generale 19.
Alcune caratteristiche del suo rettorato:
– adattamento post-conciliare: guidò la Congregazione nell’attuazione delle indicazioni del Concilio Vaticano II, promuovendo il Capitolo Generale Speciale (1966) per il rinnovamento delle Costituzioni e la formazione permanente dei salesiani;
– trasferì la Direzione Generale da Valdocco a Roma, separandola dalla “Casa Madre” per integrarla meglio nel contesto ecclesiale;
– la revisione delle Costituzioni e dei Regolamenti fu un compito complesso, mirato a garantire l’adeguamento alle nuove direttive ecclesiali senza perdere l’identità originaria;
– potenziò il ruolo dei Cooperatori e degli Ex-allievi, rafforzando la collaborazione tra i diversi rami della Famiglia salesiana.
7. Don Egidio Viganò (1977-1995)
Il ministero di Rettor Maggiore di don Egidio Viganò si caratterizza per fedeltà al carisma salesiano, impegno conciliare e espansione missionaria globale. Eletto nel Capitolo Generale 21.
Alcune caratteristiche del suo rettorato:
– la sua partecipazione come esperto al Concilio Vaticano II influenzò significativamente il suo operato, promuovendo l’aggiornamento delle Costituzioni salesiane in linea con le direttive conciliari e guidò la Congregazione nell’attuazione delle indicazioni del Concilio Vaticano II;
– collaborò attivamente con il papa san Giovanni Paolo II, divenendone confessore personale, e partecipò a 6 sinodi dei vescovi (1980-1994), rafforzando il legame tra la Congregazione e la Chiesa universale;
– profondamente legato alla cultura latinoamericana (dove trascorse 32 anni), ampliò la presenza salesiana nel Terzo Mondo, con un focus su giustizia sociale e dialogo interculturale;
– fu il primo rettor maggiore eletto per tre mandati consecutivi (su dispensa papale);
– potenziò il ruolo dei Cooperatori e degli Ex-allievi, promuovendo la collaborazione tra i diversi rami della Famiglia salesiana;
– rafforzò la devozione a Maria Ausiliatrice, riconoscendo l’Associazione dei Devoti di Maria Ausiliatrice come parte integrante della Famiglia Salesiana;
– la sua dedizione alla ricerca scientifica e al dialogo interdisciplinare lo portò a essere considerato il “secondo fondatore” dell’Università Pontificia Salesiana;
– sotto la sua guida, la Congregazione avviò il “Progetto Africa”, espandendo la presenza salesiana nel continente africano che diede molti frutti.
8. Don Juan Edmundo Vecchi (1996-2002)
Il ministero di Rettor Maggiore di don Juan Edmundo Vecchi si distingue per fedeltà al carisma salesiano, impegno nella formazione e apertura alle sfide del post-Concilio. Eletto nel Capitolo Generale 24.
Alcune caratteristiche del suo rettorato:
– è il primo Rettor Maggiore non italiano: figlio di immigrati italiani in Argentina, rappresentò un cambio generazionale e geografico nella guida della Congregazione, aprendo a una prospettiva più globale;
– promosse la formazione permanente dei salesiani, sottolineando l’importanza della spiritualità e della preparazione professionale per rispondere alle esigenze dei giovani;
– promosse una rinnovata attenzione all’educazione dei giovani, enfatizzando l’importanza della formazione integrale e dell’accompagnamento personale;
– attraverso le Lettere Circolari, esortò a vivere la santità nella quotidianità, legandola al servizio giovanile e alla testimonianza di don Bosco;
– durante la sua malattia, continuò a testimoniare fede e dedizione, offrendo riflessioni profonde sull’esperienza della sofferenza e dell’anzianità nella vita salesiana.
9. Don Pascual Chávez Villanueva (2002-2014)
Il ministero di Rettor Maggiore di don Pascual Chávez Villanueva si distingue per fedeltà al carisma salesiano, impegno nella formazione e l’impegno nelle sfide della globalizzazione e delle trasformazioni ecclesiali. Eletto nel Capitolo Generale 25.
Alcune caratteristiche del suo rettorato:
– promosse la rinnovata attenzione alla comunità salesiana come soggetto evangelizzatore, con priorità alla formazione spirituale e all’inculturazione del carisma nei contesti regionali;
– rilanciò l’impegno verso i giovani più vulnerabili, ereditando l’approccio di don Bosco, con particolare attenzione agli oratori di frontiera e alle periferie sociali;
– curò la formazione permanente dei salesiani, sviluppando studi teologici e pedagogici legati alla spiritualità di don Bosco, preparando il bicentenario della sua nascita;
– guidò la Congregazione con un approccio organizzativo e dialogante, coinvolgendo le diverse regioni e promuovendo la collaborazione tra centri di studio salesiani;
– promosse una maggiore collaborazione con i laici, incoraggiando la corresponsabilità nella missione salesiana e affrontando le resistenze interne al cambiamento.
10. Don Ángel Fernández Artime (2014-2024)
Il ministero di don Ángel Fernández Artime si distingue per fedeltà al carisma salesiano, e al papato. Eletto nel Capitolo Generale 27.
Alcune caratteristiche del suo rettorato:
– guidò la Congregazione con un approccio inclusivo, visitando 120 paesi e promuovendo l’adattamento del carisma salesiano alle diverse realtà culturali, mantenendo saldo il legame con le radici di don Bosco;
– rafforzò l’impegno verso i giovani più vulnerabili, delle periferie, ereditando l’approccio di don Bosco;
– affrontò le sfide della globalizzazione e delle trasformazioni ecclesiali, promuovendo la collaborazione tra centri di studio e rinnovando gli strumenti di governo della Congregazione;
– promosse una maggiore collaborazione con i laici, incoraggiando la corresponsabilità nella missione educativa e pastorale;
– dovete affrontare la pandemia di COVID-19 che ha richiesto adattamenti nelle opere educative e assistenziali per continuare a servire i giovani e le comunità in difficoltà;
– dovete affrontare la gestione delle risorse umane e materiali in un periodo di crisi vocazionale e cambiamenti demografici;
– sposto la Casa Generalizia dalla Pisana all’opera fondata da don Bosco, Sacro Cuore di Roma;
– il suo impegno culminò nella nomina a Cardinale (2023) e a Pro-Prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata (2025), segnando un riconoscimento della sua influenza nella Chiesa universale.
I Rettori Maggiori della Congregazione Salesiana hanno svolto un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo della congregazione. Ognuno di loro ha portato il proprio contributo unico, affrontando le sfide del loro tempo e mantenendo vivo il carisma di san Giovanni Bosco. La loro eredità continua a ispirare le generazioni future di salesiani e giovani in tutto il mondo, garantendo che la missione educativa di don Bosco rimanga rilevante e vitale nel contesto contemporaneo.
Presentiamo sottostante anche una statistica di questi rettorati.
Rettor Maggiore | Nato il | Inizio mandato Rettor Maggiore | Eletto a … anni | Fine mandato Rettor Maggiore | Rettor Maggiore per… | Ha vissuto per… anni |
BOSCO Giovanni | 16.08.1815 | 18.12.1859 | 44 | 31.01.1888 (†) | 28 anni e 1 mese | 72 |
RUA Michele | 09.06.1837 | 31.01.1888 | 50 | 06.04.1910 (†) | 22 anni e 2 mesi | 72 |
ALBERA Paolo | 06.06.1845 | 16.08.1910 | 65 | 29.10.1921 (†) | 11 anni e 2 mesi | 76 |
RINALDI Filippo | 28.05.1856 | 24.04.1922 | 65 | 05.12.1931 (†) | 9 anni e 7 mesi | 75 |
RICALDONE Pietro | 27.07.1870 | 17.05.1932 | 61 | 25.11.1951 (†) | 19 anni e 6 mesi | 81 |
ZIGGIOTTI Renato | 09.10.1892 | 01.08.1952 | 59 | 27.04.1965 († 19.04.1983) | 12 anni e 8 mesi | 90 |
RICCERI Luigi | 08.05.1901 | 27.04.1965 | 63 | 15.12.1977 († 14.06.1989) | 12 anni e 7 mesi | 88 |
VIGANO Egidio | 29.06.1920 | 15.12.1977 | 57 | 23.06.1995 (†) | 17 anni e 6 mesi | 74 |
VECCHI Juan Edmundo | 23.06.1931 | 20.03.1996 | 64 | 23.01.2002 (†) | 5 anni e 10 mesi | 70 |
VILLANUEVA Pasqual Chavez | 20.12.1947 | 03.04.2002 | 54 | 25.03.2014 | 11 anni e 11 mesi | 76 |
ARTIME Angel Fernandez | 21.08.1960 | 25.03.2014 | 53 | 31.07.2024 | 10 anni 4 mesi | 64 |