Don Rolando Fernandez, salesiano missionario nelle Filippine, attualmente nella comunità di Dili – Comoro appartenente alla Visitatoria Timor Est (TLS), ha compiuto 50 anni di servizio nella vita sacerdotale, 40 dei quali nel Timor Est.
I fedeli di Baucau hanno celebrato 50 anni di vita sacerdotale di don Rolando Fernandez, sdb, missionario di Pangasinan, Filippine, nel giorno della festa di san Domenico Savio. Si sono uniti nella concelebrazione della Messa di ringraziamento l’Ispettore TLS, don Anacleto Pires, sacerdoti della Diocesi di Baucau e sacerdoti salesiani. Hanno partecipato tante persone, tra cui alcune religiose e Figlie di Maria Ausiliatrice, membri della Famiglia Salesiana, novizi e pre-novizi, rappresentanti del governo, studenti e giovani, riuniti nella cattedrale di Baucau e animati da un gioioso spirito di ringraziamento, celebrando l’amore di Dio attraverso la persona di don Rolando Fernandez, nei suoi quarant’anni di vita e di servizio a favore del popolo timorese.
Amu Orlando, come viene chiamato dalla gente, ha trascorso i suoi dieci anni di vita missionaria in Papua Nuova Guinea, prima di unirsi ad altri missionari che lavoravano a Timor Est a metà degli anni ’80. Questa celebrazione si è svolta a Baucau, perché don Rolando ha operato lì come parroco (1992-1994) e direttore e fondatore della nota Escola Secundária Santo António (ESSA) Teulale-Baucau. Assieme a questa, don Rolando ha portato a termine molte altre opere a Baucau. Solo per citarne alcune, le traduzioni della Parola di Dio nella lingua nazionale, il Tetum e altre opere di stampa. Ha fatto un grande sforzo per offrire ai fedeli preghiere e testi di culto per le celebrazioni liturgiche. L’ultimo dei suoi lasciti, ma non meno importante, che rimarrà nei cuori dei giovani timoresi di tutto il Paese, è l’organizzazione dell’evento Cruz Jovens, per i giovani di Timor Est, iniziato da papa san Giovanni Paolo II a Roma nel 22 aprile 1984 (la prima Giornata Mondiale della Gioventù).

Nell’omelia don Rolando è andato al cuore del significato di assistenza. In primo luogo, ha parlato della indegnità dell’uomo a diventare sacerdote. Il sacerdozio non è un diritto, ma è un dono di Dio. È Dio che chiama, nel suo grande amore, e dona questa grazia per diventare sacerdoti. È una fiducia di Dio quella di scegliere ed elevare uomini per servire il suo popolo. Questo si riflette anche nella seconda Preghiera Eucaristica, nella quale il sacerdote dice: “… ti rendiamo grazie perché ci hai resi degni di stare alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale”. Per questo grande dono, don Rolando ha ringraziato Dio per averlo chiamato e per avergli dato l’occasione di prestare il suo servizio.
Poi, guardando al passato, al suo percorso di vita, don Rolando ha visto come il dito di Dio gli ha indicato, mostrato e preparato la strada per questo dono del sacerdozio ordinato tramite le esperienze iniziate nella sua devota famiglia di genitori e fratelli, e tramite i missionari salesiani che ha conosciuto. Possiamo aggiungere che si conferma una volta in più il detto “il frutto non cade lontano dall’albero”.
Uno degli eventi memorabili che ha cambiato la sua vita, è che suo padre è rimasto impressionato dopo aver visitato una scuola tecnica di don Bosco. Lì, ha visto i ragazzi che fabbricavano scarpe, cucivano, svolgevano lavori di falegnameria, di meccanica e di elettricità. Suo padre comprò un paio di scarpe per lui e, in quella occasione, un sacerdote salesiano gli regalò un libretto con immagini di Maria Ausiliatrice, don Bosco e Domenico Savio. Una volta tornato a casa, suo padre gli disse: “L’anno prossimo, andrai alla scuola Don Bosco”. Infatti, ci andò. Lì ha visto la vita dei salesiani, ha imparato da loro, ha desiderato essere come loro e, alla fine, è diventato uno di loro, un fratello salesiano e poi un sacerdote salesiano per sempre. Infine, don Rolando ha sentito un grande desiderio di diventare un segno e un portatore dell’amore di Dio, soprattutto per i giovani. Per lui, l’amore dei confratelli e dei superiori che si sono fidati di lui, che hanno affidato alle sue cure alcune responsabilità al di là delle sue capacità, l’amore dei suoi exallievi, dei ragazzi e della gente, hanno arricchito di significato la sua vita. E non sono parole vuote: si potrebbero enumerare tanti eventi ed esperienze di amore da parte dei Salesiani e della gente. Ha potuto sentire profondamente il loro amore anche quando si è ammalato.
Poi, ricordando le parole di don Bosco che diceva: “Pane, lavoro e paradiso: ecco tre cose che ti posso offrire io in nome del Signore”, commentava che il pane, per lui, non è mai mancato, però se non c’era il lavoro, il rischio era di non avere neanche il paradiso. Il lavoro intenso consuma la vita rapidamente, ma non lui non ha paura della morte perché ha fiducia nelle parole che don Bosco ha lasciato come testamento: “Quando avverrà che un salesiano soccomba e cessi di vivere lavorando per le anime, allora direte che la nostra Congregazione ha riportato un gran trionfo e sopra di essa discenderanno copiose le benedizioni del Cielo”. E questa fiducia nelle parole di don Bosco continua, con dar credito alle Costituzioni salesiane che nell’articolo 54 recitano “Per il salesiano la morte è illuminata dalla speranza di entrare nella gioia del suo Signore”. E – diciamo noi – è giusta questa fiducia nelle Costituzioni, perché lo stesso don Bosco diceva: “Se mi avete amato in passato, continuate ad amarmi in avvenire colla esatta osservanza delle nostre costituzioni”.
Dopo l’omelia, don Rolando ha rinnovato ancora una volta i suoi voti religiosi davanti all’ispettore, don Anacleto Pires, a don Manuel Ximenes, sdb, parroco di Baucau, e a don Agnelo Moreira, sdb, Rettore della comunità di Baucau. Ha dato una testimonianza vivente dell’amore di Dio per gli uomini, soprattutto per i giovani.
Dopo la benedizione finale, ci sono stati alcuni interventi da parte di diversi rappresentanti che hanno espresso la loro gratitudine a don Rolando per la sua presenza, la sua vita e il suo lavoro per la Chiesa a Timor Est, in particolare a Baucau. Grazie al suo esempio di vita, ci sono molte vocazioni alla vita religiosa, tante suore e sacerdoti. Don Rolando Fernandez, proprio come una goccia di miele, ha attirato tanti giovani, ragazzi e ragazze, ad abbracciare la vita religiosa o sacerdotale. Come segno di gratitudine a nome dei confratelli di Timor-Leste, don Anacleto ha consegnato a don Rolando una statua di don Bosco. E in ricordo di questo evento, a Baucau è stato piantato anche un albero da parte di don Anacleto e don Rolando.

don Julian Mota, sdb