Don Bosco nelle Isole Salomone
Accompagnati da un salesiano locale, andiamo a conoscere una presenza educativa significativa in Oceania.
La presenza di Don Bosco ha raggiunto ogni continente del mondo, possiamo dire che manca solo l’Antartide, e anche nelle isole dell’Oceania si sta diffondendo il carisma salesiano, che ben si adatta alle differenti culture e tradizioni.
Da quasi 30 anni anche nelle Isole Salomone, Paese del Pacifico sudoccidentale che comprende oltre 900 isole, operano i salesiani. Arrivarono il 27 Ottobre 1995, su richiesta dell’arcivescovo emerito Adrian Smith, e iniziarono il lavoro con tre confratelli dal Giappone, i primi pionieri salesiani nel Paese. Inizialmente si trasferirono a Tetere, nella parrocchia di Cristo Re, nella periferia della capitale Honiara, sull’isola di Guadalcanal, e successivamente aprirono un’altra presenza a Honiara, nella zona di Henderson. I salesiani che lavorano nel Paese sono meno di dieci e provengono da diversi Paesi dell’Asia e dell’Oceania: Filippine, India, Korea, Vietnam, Papua Nuova Guinea e Isole Salomone.
Le Isole Salomone sono un Paese molto povero della regione oceanica della Melanesia, che sin dall’indipendenza del 1978 ha conosciuto tanta instabilità politica e problemi sociali, attraversando conflitti e violenti scontri etnici al suo interno. Sebbene conosciute come le “Isole Felici”, il Paese si sta gradualmente allontanando da questa identità, poiché sta affrontando ogni tipo di sfida e problema che deriva dall’abuso di droghe e alcol, dalla corruzione, dalle gravidanze precoci, dalle famiglie distrutte, dalla mancanza di opportunità di lavoro e di istruzione e così via, ci racconta il salesiano Thomas Bwagaaro che ci accompagna in questo articolo.
Le Isole Salomone hanno una popolazione stimata di circa 750.000 persone e la maggioranza è costituita da giovani. La popolazione è prevalentemente melanesiana, con alcuni popoli micronesiani, polinesiani e altri. La maggioranza della popolazione è cristiana, ma ci sono anche altre fedi come la Fede Bahai e l’Islam che si stanno gradualmente facendo strada nel Paese. I paesaggi marini paradisiaci e la ricchissima biodiversità rendono queste isole un luogo affascinante e fragile allo stesso tempo. Ci dice Thomas che i giovani sono generalmente docili e sognano un futuro migliore. Tuttavia, con l’aumento della popolazione e la mancanza di servizi e perfino di uno spazio per ricevere un’istruzione superiore, sembra che i giovani di oggi siano generalmente frustrati nei confronti del governo e che molti giovani ricorrano alla criminalità, come lo spaccio di droghe illegali, l’alcol, i borseggi, i furti e così via, soprattutto in città, solo per guadagnarsi un reddito. In questa situazione non semplice, i salesiani si rimboccano le maniche per offrire speranze di futuro.
Nella comunità di Tetere il lavoro si concentra nella scuola, un centro di formazione professionale che offre corsi di agraria, e nella parrocchia di Cristo Re. Oltre ai corsi formali di istruzione, nella scuola ci sono spazi da gioco per gli studenti, i giovani che frequentano la parrocchia e le comunità che vivono nella stessa zona, e nel fine settimana è aperto l’oratorio. La sfida che la comunità si trova ad affrontare è la distanza da Honiara e la mancanza di risorse necessarie per aiutare la scuola a soddisfare il benessere degli studenti. Per quanto riguarda la parrocchia, la cattiva condizione delle strade che conducono ai villaggi è una delle principali preoccupazioni, che spesso contribuisce a problemi ai veicoli e, quindi, rende più difficile il trasporto.
La comunità di Honiara-Henderson porta avanti una scuola tecnica professionale che si rivolge ai giovani e alle giovani che hanno abbandonato la scuola e non hanno la possibilità di proseguire gli studi. I corsi tecnici vanno dalla tecnologia elettrica, alla fabbricazione di metalli e alla saldatura, all’amministrazione di uffici commerciali, all’ospitalità e al turismo, alla tecnologia dell’informazione, alla tecnologia automobilistica, alla costruzione di edifici e al corso sull’energia solare.
Oltre a questo, la comunità sostiene anche un centro di apprendimento che si rivolge principalmente ai bambini e ai ragazzi della discarica di Honiara e delle comunità circostanti la scuola che non hanno la possibilità di frequentare le scuole normali.
Tuttavia, a causa della mancanza di strutture, non tutti possono essere ospitati nel centro, nonostante gli sforzi di tutta la comunità. Seguendo il Sistema Preventivo di Don Bosco, i salesiani non si limitano ad offrire opportunità educative, ma si occupano anche dell’aspetto spirituale degli studenti attraverso vari programmi e attività religiose, per formarli ad essere “buoni cristiani ed onesti cittadini”. Attraverso i suoi programmi, la scuola salesiana trasmette ai ragazzi messaggi positivi e li educa alla disciplina e all’equilibrio, per evitare che cadano nei problemi di abuso di droghe e alcol, molto diffusi tra i giovani. Una sfida che la comunità salesiana si trova ad affrontare per offrire un’educazione di qualità è la formazione del personale, affinché sia sempre professionale e allo stesso tempo condivida i valori carismatici salesiani, con spirito di corresponsabilità educativa. La scuola ha bisogno di missionari laici e di volontari che si impegnino ad aiutare i giovani a realizzare i loro sogni e a diventare una versione migliore di sé stessi.
Anche se la situazione attuale del Paese sarà probabilmente più difficile negli anni a venire, ci racconta Thomas: “credo che i giovani delle Isole Salomone desiderino e sperino in un futuro migliore, desiderino persone che li ispirino a sognare, che li accompagnino, che li ascoltino e li guidino a sperare e a guardare oltre le sfide e i problemi che sperimentano continuamente ogni giorno, soprattutto quando migrano in città”.
Ma come può nascere la vocazione alla vita consacrata salesiana nelle isole Salomone?
Thomas Bwagaaro è uno degli unici due salesiani provenienti dalle Isole Salomone. “È un privilegio per me lavorare per i giovani nel mio Paese. Come locale, avere a che fare con i giovani e ascoltare le lotte che a volte affrontano mi dà forza e coraggio per essere un buon salesiano.” Il lavoro educativo e la testimonianza personale di vita possono essere fonte di ispirazione per altri giovani che vogliano unirsi alla congregazione salesiana e continuare il sogno di Don Bosco di aiutare i giovani in questa regione, come è accaduto nella storia di Thomas. Il suo percorso per diventare salesiano è iniziato come studente del Don Bosco Tetere nel 2011. Ispirato dal modo in cui i salesiani interagivano con gli studenti, è rimasto affascinato e ricorda i due anni trascorsi lì come la migliore esperienza studentesca, che gli ha donato la speranza e la possibilità di sognare un futuro luminoso, nonostante la situazione difficile e la mancanza di opportunità. Il percorso vocazionale in comunità è iniziato con la partecipazione ai momenti di preghiera dei Salesiani, al mattino e alla sera, con un graduale e crescente senso di condivisione. Così, nel 2013, Thomas è entrato nell’aspirantato salesiano “Savio Haus” a Port Moresby, in Papua Nuova Guinea, frequentando per quattro anni il collegio insieme ad altri compagni. La formazione salesiana di chiaro stampo internazionale è proseguita nelle Filippine, a Cebu, con il prenoviziato e il successivo noviziato, al termine del quale Thomas ha emesso i suoi primi voti come salesiano presso il Santuario di Maria Ausiliatrice a Port Moresby proprio nella solennità di Maria Ausiliatrice, il 24 Maggio 2019. Poi è tornato nelle Filippine per lo studio della filosofia e finalmente è tornato nella visitatoria “PGS”, ovvero la provincia salesiana che comprende Papua Nuova Guinea e Isole Salomone. “Come salesiano locale, sono molto grato alla mia famiglia che mi ha sostenuto con tutto il cuore e ai confratelli che mi hanno dato il buon esempio e che mi hanno accompagnato nel mio cammino di giovane salesiano.” La vita religiosa, accanto ai giovani insieme a tanti laici esemplari, continua ad essere ancora oggi rilevante come lo è stata in passato. “Guardando al futuro, posso dire con sicurezza che le Isole Salomone continueranno ad avere molti giovani e la necessità di Salesiani, volontari salesiani e partner missionari laici per continuare questo meraviglioso apostolato di aiutare i giovani ad essere buoni cristiani e onesti cittadini sarà molto attuale.”
Marco Fulgaro