Il seme crescente del carisma salesiano nella missione del Bangladesh

Abbiamo incontrato don Joseph Cosma Dang, salesiano vietnamita che presta servizio in Bangladesh, che ci ha raccontato la storia e le sfide di questa particolare missione.

Il Bangladesh odierno è un paese formato dopo la divisione dell’India del 1947. La regione di Bengala si divise secondo criteri religiosi: la parte occidentale, induista, rimasta sotto l’India e la parte orientale, musulmana, congiunta al Pakistan come provincia chiamata Bengala orientale e poi rinominata Pakistan orientale. Nel momento della divisione ci furono milioni di indù che emigrarono dal Bangladesh all’India e alcune migliaia di musulmani che si spostarono all’India al Bangladesh. Si capisce che il carattere religioso di questa divisione e migrazione a una grande importanza nella vita di questo popolo numeroso, di circa 170 milioni di persone, dai quali più di 89% sono musulmani, 9% induisti, 1% buddisti e 1% cristiani.
Il paese divenne indipendente dal Pakistan nel 1971 e attualmente è un paese in via di sviluppo che sta affrontando molte sfide, nonostante la sua ricchezza culturale. Molti bambini non frequentano le scuole e passano il loro tempo ad aiutare le famiglie a trovare un modo per sopravvivere, pescando, cercando legna da ardere o in altri modi. I servizi sanitari sono insufficienti per la popolazione, e tanti abitanti non possono permettersi le spese mediche.

In questa complessa situazione, i salesiani hanno sentito la chiamata di Dio a servire in questo paese, in particolare per la mancanza di pastori cattolici e per l’enorme numero di giovani emarginati e poveri. Nel 2009 don Francis Alencherry, che era Consigliere Generale per le Missioni, ha gettato le prime fondamenta della missione salesiana nella diocesi di Mymensingh come risposta all’invito del Vescovo locale. La missione, sotto l’Ispettoria di Kolkata (INC), si è sviluppata rapidamente con l’aiuto di altri missionari, tra cui don Joseph Cosma Dang, proveniente dal Vietnam, che è arrivato il 29 ottobre 2012, in occasione della festa del Beato Michele Rua, dopo un interminabile periodo di diciotto mesi di attesa per il visto. Gradualmente, il numero delle case salesiane, degli ostelli, delle scuole, dei centri giovanili, delle chiese parrocchiali e delle cappelle dei villaggi cresce al servizio dei giovani poveri e delle esigenze pastorali della chiesa locale. Attualmente, i salesiani sono presenti in due comunità canoniche composte da 5 presenze stabili: Utrail-Telunjia a Mymensingh, Lukhikul-Khonjonpur a Rajshahi, Moushair a Dhaka. Vedendo ciò che i salesiani stanno facendo, le autorità ecclesiastiche locali hanno espresso il loro riconoscimento e apprezzamento, e alcuni vescovi sono ancora in attesa di una presenza salesiana nelle loro diocesi.

Quest’opera è un seme della Chiesa che sta lentamente crescendo grazie all’aiuto di molti benefattori e collaboratori. La Provvidenza sta benedicendo il Bangladesh con vocazioni salesiane locali: 14 giovani salesiani professi provengono dalla terra del Bangladesh; tra questi, cinque giovani hanno emesso la professione perpetua e poco più tardi, entro il 19 maggio 2024, altri 4 giovani salesiani emetteranno i voti definitivi e si impegneranno in modo permanente per il “Da mihi animas, cetera tolle”. Recentemente è stato ordinato il primo sacerdote salesiano del Bangladesh, don Victor Mankhin. I salesiani si occupano di animazione vocazionale organizzando regolarmente ogni anno il campo vocazionale “Vieni e vedi” per invitare i giovani che hanno il desiderio di diventare salesiani. Il carisma salesiano si è radicato e sembra che, in cielo, don Bosco sorrida e si prenda cura del Bangladesh.

Don Joseph Cosma Dang racconta la sua vita missionaria come esperienza di fede del mistero dell’incarnazione, che cos’è la seconda nascita. “Ho dovuto imparare a mangiare, a parlare nuove lingue e a vivere con la gente del posto. Ho imparato a fare molti lavori a cui non avevo mai pensato prima di venire in Bangladesh. Con la mentalità dell’apprendimento, mi sono aperto alle nuove situazioni e alle nuove sfide con un occhio sorprendente”.
La crescita della fede è il dono più prezioso concesso da Dio. Senza dubbio, Dio è il fornitore, l’autore e noi siamo semplici collaboratori.

Marco Fulgaro