Hai pensato alla tua vocazione? San Francesco di Sales potrebbe aiutarti (1/10)
«Non è per la grandezza delle nostre azioni che noi piaceremo a Dio, ma per l’amore con cui le compiamo», san Francesco di Sales.
Un percorso a dieci puntate nel quale san Francesco di Sales potrebbe accompagnare anche oggi i giovani che si fanno domande sul senso della loro vita.
1. Se iniziassimo dall’ABC della vita cristiana
Cari giovani,
so di scrivere a chi si porta già nel cuore un piccolo desiderio di bene, una ricerca di luce. Avete già camminato nell’amicizia col Signore, ma mi permetto di riassumervi qui l’ABC della vita da credente, ovvero una vita interiore e spirituale ricca e profonda. Con queste basi potrete essere attrezzati per fare scelte fruttuose nella vostra esistenza. Questo lavoro non mi è nuovo: quando ero Vescovo ho visitato tutte le parrocchie della mia Diocesi e molte erano situate sui monti. Per raggiungerle non c’erano strade e dovevo camminare a lungo, anche d’inverno, ma ero felice di incontrare quelle persone semplici, per incoraggiarle a vivere come piace a Dio.
Per camminare con frutto è decisivo il lavoro della guida spirituale che si accorge di cosa sta capitando nel vostro cuore, vi incoraggia, vi segue, vi fa proposte chiare, graduali e stimolanti. Scrivevo nella Filotea: “Vuoi metterti in cammino nei sentieri dello Spirito con sicurezza? Trova qualcuno capace, che ti sia di guida e ti accompagni; è la raccomandazione delle raccomandazioni”. Quattro secoli fa, come oggi: questo è il punto cruciale, decisivo.
La meta da raggiungere è la santità, che consiste in una vita cristiana consapevole, ovvero una profonda amicizia con Dio, una vita spirituale fervente, segnata dall’amore a Dio e al prossimo. Si tratta di una via semplice, sapendo che le grandi occasioni per servire Dio si presentano raramente, mentre le piccole le abbiamo sempre. Questo ci stimola ad una carità pronta, attiva, diligente.
Se, pensando ad una meta così, siete tentati dallo scoraggiamento, vi ripeto quanto scrissi secoli fa: “Non bisogna pretendere che tutti comincino con la perfezione: poco importa il modo di cominciare. Basta essere risoluti a continuare e terminare bene”.
Per partire con il piede giusto vi invito alla purificazione del cuore attraverso la confessione. Il peccato è una mancanza di amore, un furto alla vostra umanità, un trovarsi al buio e al freddo: nella confessione si consegna a Gesù tutto quello che può appesantire e rendere buio il viaggio. È ri-avere la gioia del cuore.
Procedendo, gli attrezzi per camminare sono antichi e preziosi quanto la Chiesa, e hanno sostenuto generazioni di cristiani di ogni età, da 20 secoli! Anche voi li avete certamente sperimentati.
La preghiera, ovvero dialogare con un Padre innamorato di voi e della vostra vita. Non dimenticate che a pregare si impara pregando: quindi abbiate fedeltà e perseveranza.
La Parola di Dio, ovvero la “lettera di Dio” indirizzata proprio a voi come singoli. È come una sorta di bussola che orienta il camminare, soprattutto quando c’è nebbia, buio e rischiate di perdere l’orientamento! Non dimenticate che leggendola avete tra le mani il Tesoro.
Il sacramento dell’Eucaristia è il termometro della vostra vita credente: se il vostro cuore non ha maturato un vivo desiderio di accogliere il Pane della Vita, l’incontro con Lui avrà risultati modesti. Scrivevo ai miei contemporanei: “Se il mondo vi chiede perché vi comunicate così spesso, rispondete che è per imparare ad amare Dio, per purificarvi dalle vostre imperfezioni, per liberarvi dalle vostre miserie, per trovare forza nelle vostre debolezze e consolazioni nelle vostre afflizioni. Due tipi di persone devono comunicarsi sovente: i perfetti, perché essendo ben disposti farebbero un torto a non accostarsi alla fonte e sorgente della perfezione; e gli imperfetti per poter tendere alla perfezione. I forti per non indebolirsi e i deboli per rafforzarsi. I malati per guarire e i sani per non ammalarsi.” Partecipate alla S. Messa con grande frequenza: il più possibile!
Insisto poi sulle virtù, perché se l’incontro con Dio è vero e profondo cambia anche i rapporti con le persone, il lavoro, le cose. Esse consentono di avere un carattere umanamente ricco, capace di amicizie vere e profonde, di essere gioiosamente impegnati nel fare bene il proprio dovere (lavoro-studio), pazienti e cordiali nel tratto, buoni.
Tutto questo non avviene nel vostro cuore solitario, per migliorarlo e compiacersi. La vita con altri è uno stimolo a camminare meglio (quanti sono migliori di noi!), ad aiutare di più (quanti hanno bisogno di noi!), a farsi aiutare (quanto abbiamo da imparare!), a ricordarci che non siamo autosufficienti (non ci siamo auto-creati e auto-educati!). Senza una dimensione comunitaria, ci perdiamo presto.
Spero che abbiate già gustato i frutti di una guida stabile, di confessioni autentiche, della preghiera fedele e soda, della ricchezza della Parola, dell’Eucaristia vissuta con fecondità, delle virtù praticate nella gioia del quotidiano, di amicizie arricchenti, dell’imprescindibilità del servizio. In questo humus si fiorisce: solo in questo ecosistema si percepisce il vero volto del Dio cristiano, alla cui mano è bello e dà gioia affidare la propria vita.
Ufficio Animazione Vocazionale