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I saggi ci dicono che per capire un evento bisogna sapere qual è la sua origine e qual è il suo fine. È anche il caso del fenomeno ormai diffuso di Halloween, che più che una festa da celebrare è una manifestazione su cui riflettere. Questo per evitare di celebrare una cultura della morte che non ha nulla a che vedere con il cristianesimo.


Halloween, come si presenta oggi, è una festa che ha le sue origini commerciali negli Stati Uniti e si è estesa negli ultimi tre decenni in tutto il mondo. Si celebra nella notte tra il 31 ottobre e il 1º novembre e ha alcuni simboli propri:
• I costumi: vestirsi con abiti spaventosi per rappresentare personaggi fantastici o creature mostruose.
• Le zucche intagliate: la tradizione di intagliare zucche, inserendo una luce all’interno per creare lanterne (Jack-o’-lantern).
• Dolcetto o scherzetto: usanza che consiste nel bussare alle porte delle case e chiedere dolci in cambio della promessa di non fare scherzi (“Trick or treat?” – “Dolcetto o scherzetto?”).

Sembra una delle feste commerciali coltivate apposta da alcuni interessati per accrescere i loro incassi. Infatti, nel 2023 solo negli Stati Uniti sono stati spesi 12,2 miliardi di dollari (secondo la National Retail Federation) e nel Regno Unito circa 700 milioni di sterline (secondo gli analisti di mercato). Queste cifre spiegano anche l’ampia diffusione mediatica, con vere e proprie strategie per coltivare l’evento, trasformandolo in un fenomeno di massa e presentandolo come un semplice divertimento occasionale, un gioco collettivo.

Origine
Se andiamo a cercare gli inizi di Halloween — perché ogni cosa contingente ha il suo inizio e la sua fine — scopriamo che risale alle credenze pagane politeiste del mondo celtico.
L’antico popolo dei Celti, un popolo di nomadi che si è sparso per tutta l’Europa, è riuscito a conservare meglio la sua cultura, la sua lingua e le sue credenze nelle isole britanniche, per di più in Irlanda, nella zona dove l’Impero Romano non era mai arrivato. Una delle loro festività pagane, chiamata Samhain, veniva celebrata tra gli ultimi giorni di ottobre e i primi di novembre ed era il “capodanno” che apriva il ciclo annuale. Poiché in quel periodo la durata del giorno diminuiva e quella della notte aumentava, si pensava che il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti diventasse sottile, permettendo alle anime dei defunti di tornare sulla terra (anche in forma di animali) e permettendo inoltre l’ingresso agli spiriti maligni. Per questo usavano maschere spaventose per confondere o allontanare gli spiriti, per non essere toccati dalla loro influenza maligna. La celebrazione era obbligatoria per tutti, iniziava la sera e consisteva in riti magici, fuochi rituali, sacrifici di animali e, probabilmente, anche sacrifici umani. In quelle notti i loro sacerdoti druidi andavano ad ogni casa per ricevere qualcosa da parte della popolazione per i loro sacrifici, sotto la pena di maledizioni.

L’usanza di intagliare una rapa a forma di faccia mostruosa, collocare una luce all’interno e metterla sulla soglia delle case, col tempo ha originato una leggenda che spiega meglio il significato. Si tratta della leggenda del fabbro irlandese Jack il Tirchio (Stingy Jack), un uomo che inganna il diavolo più volte e, alla sua morte, non è ricevuto in paradiso né all’inferno. Essendo nel buio e costretto a cercare un luogo per il suo riposo eterno, chiese e ricevette dal demonio un tizzone ardente, che infilò all’interno di una rapa che aveva con sé, creando una lanterna, la Jack-o’-lantern. Ma non trovò il riposo e continua a vagare ancora oggi. La leggenda vuole simboleggiare le anime dannate che vagano per la terra e che non trovano pace. Così si spiega l’usanza di mettere una brutta rapa davanti alla casa, per incutere timore e cacciare le anime vagabonde che in quella notte si potrebbero avvicinare.

Anche il mondo romano aveva una festa simile, chiamata Lemuria o Lemuralia, dedicata a tenere lontano gli spiriti dei morti dalle case; si celebrava il 9, 11 e 13 maggio. Gli spiriti si chiamavano “lemuri” (il termine “lemure” deriva dal latino larva, che significava “fantasma” o “maschera”). Si pensava che queste celebrazioni fossero associate alla figura di Romolo, fondatore di Roma, che si dice avesse istituito i riti per placare lo spirito del fratello Remo, da lui ucciso; però sembra che la festività sia stata istituita nel primo secolo dopo Cristo.

Questo tipo di celebrazioni pagane, che si trovano anche in altre culture, riflette la coscienza che la vita continua anche dopo la morte, anche se questa consapevolezza è mescolata con tanti errori e superstizioni. La Chiesa non ha voluto negare questo seme di verità che, in una forma o nell’altra, si trovava nell’animo dei pagani, ma ha cercato di correggerlo.

Nella Chiesa, il culto dei martiri c’è stato fin dall’inizio. Verso il IV secolo d.C., si celebrava la commemorazione dei martiri nella prima domenica dopo Pentecoste. Nel 609 d.C., papa Bonifacio IV spostò questa commemorazione alla festa di Tutti i Santi, proprio il 13 maggio. Nel 732 d.C. papa Gregorio III spostò di nuovo la festa di Tutti i Santi (in inglese antico “All Hallows”) al 1º novembre, e il giorno precedente divenne noto come All Hallows’ Eve (Vigilia di Tutti i Santi), da cui deriva la forma abbreviata Halloween.
Dalla vicinanza immediata delle date si può intuire che lo spostamento della commemorazione da parte della Chiesa era dovuto al desiderio di correggere il culto degli antenati. L’ultimo spostamento indica che la festa pagana celtica Samhain era rimasta anche nel mondo cristiano.

Diffusione
Questa celebrazione pagana — una festa principalmente religiosa — conservata nei sotterranei della cultura irlandese anche dopo la cristianizzazione della società, è riapparsa con la migrazione massiccia degli irlandesi negli Stati Uniti, in seguito alla grande carestia che ha colpito il paese negli anni 1845-1846.
Gli immigrati, per conservare l’identità culturale, hanno iniziato a celebrare varie loro feste come momenti di incontro e di svago, tra le quali anche la All Hallows. Forse più che una festa religiosa, era una festa priva di riferimenti religiosi, legata a celebrare l’abbondanza dei raccolti.
Questo ha favorito la ripresa dell’antico uso celtico della lanterna, e si cominciò a utilizzare non più la rapa ma la zucca per le sue dimensioni più grandi e la morbidezza che favoriva l’intaglio.

Nella prima metà del ’900, lo spirito pragmatico degli americani — cogliendo l’opportunità di guadagno — estese questa festa a livello nazionale, e iniziarono a comparire nei mercati, su scala industriale, abiti e costumi per Halloween: fantasmi, scheletri, streghe, vampiri, zombie, ecc.

Dopo 1950, la festa iniziò a diffondersi anche nelle scuole e nelle case. Apparve l’usanza dei ragazzi che vanno in giro a bussare alle case chiedendo in regalo dei dolcetti con l’espressione: “Trick or treat?

Spinti da interessi commerciali, si arriva in questo modo a una vera festa nazionale con connotazioni laiche, priva di elementi religiosi, che sarà esportata in tutto il mondo specialmente negli ultimi decenni.

Riflessione
Se guardiamo bene, sono rimasti gli elementi che si trovavano nei riti celtici della festa pagana Samhain. Si tratta di vestiti, lanterne, minacce di maledizioni.

I vestiti sono mostruosi e spaventosi: fantasmi, pagliacci inquietanti, streghe, zombie, licantropi, vampiri, teste trapassate da pugnali, cadaveri deturpati, diavoli.
Le zucche orrende intagliate a mo’ di testa tagliata con una luce macabra all’interno.
Ragazzi che girano per le case chiedendo “Trick or treat?” (“Dolcetto o scherzetto?”). Tradotto letteralmente significa “scherzetto o dolcetto”, che ricorda il “maledizione o sacrificio” dei sacerdoti druidi.

Ci chiediamo prima di tutto se questi elementi possono essere considerati degni di essere coltivati. E da quando lo spaventoso, il macabro, l’oscurità, l’orrido, la morte senza speranza definiscono la dignità umana? Sono infatti smisuratamente oltraggiosi.

E ci chiediamo poi se tutto questo non contribuisca a coltivare una dimensione occultistica, esoterica, visto che sono gli stessi elementi utilizzati dal mondo oscuro della stregoneria e del satanismo. E se la moda dark e gothic, come tutte le altre decorazioni di zucche macabramente intagliate, ragnatele, pipistrelli e scheletri, non fomentino l’avvicinamento all’occulto.

È un caso che in concomitanza con questa festa avvengano regolarmente fatti tragici?
È un caso che si verifichino regolarmente in questi giorni delle desacralizzazioni, delle offese gravi alla religione cristiana e perfino dei sacrilegi?
È un caso che per i satanisti la festa principale, che segna l’inizio dell’anno satanico, sia Halloween?
Non produce, specialmente per i giovani, una familiarizzazione con una mentalità magica e occulta, lontana e contraria alla fede e alla cultura cristiana, specialmente in questo tempo in cui la prassi cristiana è indebolita dalla secolarizzazione e dal relativismo?

Vediamo alcune testimonianze.

Una signora inglese, Doreen Irvine, ex sacerdotessa satanista convertita al cristianesimo, avverte nel suo libro From Witchcraft to Christ (Dalla magia nera a Cristo) che la tattica usata per avvicinare all’occultismo consiste proprio nel proporre l’occulto con forme attraenti, con misteri che incitano, facendo passare tutto come un’esperienza naturale, anche simpatica.

Il fondatore della Chiesa di Satana, Anton LaVey, dichiarava apertamente la sua gioia che i battezzati partecipino alla festa di Halloween: «Sono contento che i genitori cristiani permettano ai loro figli di adorare il diavolo almeno una notte all’anno. Benvenuti ad Halloween».

Don Aldo Buonaiuto, del Servizio Anti-sette dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, in un suo scritto, Halloween. Lo scherzetto del diavolo, ci avverte che «i cultori di Satana considerano donate a lui le “energie” di tutti coloro che, sia pure per gioco, stanno evocando il mondo delle tenebre nei riti perversi praticati in suo onore, lungo tutto il mese di ottobre e in particolare nella notte tra il 31 ottobre e il 1º novembre».

Padre Francesco Bamonte, esorcista e vicepresidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti (ex presidente della stessa per due mandati consecutivi), avverte:

“La mia esperienza, insieme a quella di altri sacerdoti esorcisti, mostra come la ricorrenza di Halloween, incluso il periodo di tempo che la prepara, rappresenti di fatto, per molti giovani, un momento privilegiato di contatto con realtà settarie o comunque legate al mondo dell’occultismo, con conseguenze anche gravi non solo sul piano spirituale, ma anche su quello dell’integrità psicofisica. Anzitutto va detto che questa festa imprime quanto meno la bruttezza. E imprimendo nei bambini la bruttezza, il gusto dell’orrido, del deforme, del mostruoso messi sullo stesso piano del bello, li orienta in qualche modo al male e alla disperazione. In cielo, dove regna la sola bontà, tutto è bello. All’inferno, dove si respira solo odio, tutto è brutto.” […]
“Sulla base del mio ministero di esorcista posso affermare che la ricorrenza di Halloween è, nel calendario dei maghi, degli operatori dell’occulto e dei cultori di Satana, una delle “festività” più importanti; di conseguenza per loro è motivo di grandissima soddisfazione che la mente e il cuore di tanti bambini, adolescenti, giovani e di non pochi adulti vengano indirizzati al macabro, al demoniaco, alla stregoneria, tramite la rappresentazione di bare, teschi, scheletri, vampiri, fantasmi, aderendo così alla visione beffarda e sinistra del momento più importante e decisivo dell’esistenza di un essere umano: la fine della sua vita terrena.” […]
“Noi sacerdoti esorcisti non ci stanchiamo di mettere in guardia contro questa ricorrenza, che non solo attraverso condotte immorali o pericolose, ma anche con la leggerezza del divertimento considerato innocuo (e purtroppo ospitato sempre più spesso anche in spazi parrocchiali) può sia preparare il terreno a una futura azione di disturbo, anche pesante, da parte del demonio, sia permettere al Maligno di intaccare e deturpare le anime dei più giovani.”

Sono soprattutto i giovani che subiscono l’impatto diffuso del fenomeno Halloween. Senza criteri di discernimento seri, rischiano di essere attratti dalla bruttezza e non dalla bellezza, dall’oscurità e non dalla luce, dalla cattiveria e non dalla bontà.

Bisogna riflettere se continuare a celebrare la festa delle tenebre, Halloween, o la festa della luce, Tutti i Santi


Per approfondire il tema, raccomandiamo il libro Il fascino oscuro di Halloween. Domande e risposte di Padre Francesco Bamonte.