🕙: 4 min.
image_pdfimage_print

La prima Messa di Natale celebrata da don Bosco a Valdocco fu nel 1846. Dopo aver ottenuto il permesso di celebrarla nella povera cappella Pinardi, inizio la preparazione degli animi dei suoi ragazzi insegnandoli a fare sante Comunioni, visite al Santissimo Sacramento, e a imparare alcuni canti devoti. Don Lemoyne racconta.


            “La festa dell’Immacolata Concezione era una preparazione a quella del santo Natale. Grande era la fede di don Bosco per tutti i misteri di Nostra Santa Religione. Quindi per esternare, con più vivo slancio del cuore la sua divozione verso l’incarnazione del Verbo Divino, e per eccitarla e promuoverla maggiormente negli altri, aveva domandato alla Santa Sede la facoltà di amministrare la santa Comunione alla mezzanotte di Natale, nella cappella dell’Oratorio in tempo della solenne Messa cantata. Pio IX gliela concedeva per tre anni. Annunciata ai giovani la lieta notizia, preparò e fece imparare ai suoi cantori una piccola messa e alcune devote canzoncine che egli aveva composte in onore di Gesù Bambino, e intanto addobbava il meglio che potesse la sua chiesina. Oltre i giovani, invitati altri fedeli, incominciò la novena. Mons. Arcivescovo le aveva permesso di poter impartire la benedizione col Venerabile ogni volta che lo desiderasse; ma solo in tali occasioni poteva conservare nel tabernacolo la Santissima Eucaristia.
            Grande fu il concorso, avendo istillato nell’animo de’ suoi piccoli amici sentimenti di grande tenerezza verso il Divin pargoletto. Essendo egli solo sacerdote, alla sera dei nove giorni confessava molti che all’indomani desideravano di fare la Santa Comunione. Al mattino scendeva in chiesa per tempo affine di porgere questa comodità agli artigiani che dovevano recarsi al lavoro. Celebrata la Santa Messa, distribuiva la Santissima Eucaristia, quindi predicava, e dopo il canto delle profezie eseguito da alcuni catechisti da lui istruiti, dava la benedizione col Santissimo Sacramento.
            La sera poi di quella notte memoranda, dopo aver confessato fino alle 11, cantò una messa, amministrò la santa Comunione a più centinaia di persone e poi commosso fino alle lagrime si udiva esclamare. – Che consolazione! mi par di essere in paradiso! – Terminata la funzione, distribuiva una piccola cena ai giovinetti e li rimandava alle loro case per riposarsi.
            Egli dopo poche ore di sonno ritornava in chiesa, aspettando la turba più numerosa che non aveva potuto assistere alla solennità della notte, confessava, celebrava le altre due messe, comunicava e quindi ripigliava tutte le sue molteplici occupazioni dei giorni festivi.
            A questo modo per più anni si celebrò la novena e la festa del Santo Natale, fintanto che don Bosco non ebbe in casa altri preti.
            Ma queste prime feste Natalizie rivestirono un carattere speciale indimenticabile, perché segnarono come la definitiva presa di possesso della vaticinata casa Pinardi, essendovi ogni cosa ormai ordinata pel regolare svolgimento dell’Oratorio; e confermarono le promesse dei futuri vasti edifici che avrebbero narrata la bontà del Signore alle generazioni future. Don Bosco in questo giorno al recitare il divino uffizio, pieno la mente de’ suoi disegni, con quale affetto avrà esclamato: – Abbiamo ricevuto, o Dio, la tua misericordia in mezzo al tuo tempio. Qual è il tuo nome, o Dio, tale sia la tua gloria fino agli estremi confini della terra! Di giustizia è ripiena la tua destra! (MB II, 582-585)”.

            Le Messe delle notti del Santo Natale saranno celebrate da don Bosco d’ora in poi fino agli ultimi anni di sua vita, con una gioia particolare che traspariva dal suo volto.
Pero non era solo questa gioia che eccitava in tutti una viva devozione, ma anche le esortazioni che faceva ai suoi piccoli amici per prepararsi bene al Natale. Diceva:

            “Domani incomincia la novena del santo Natale. Si racconta che un giorno un devoto del Bambino Gesù, viaggiando per una foresta in tempo d’inverno, udì come il gemito di un bambino e inoltratosi nel bosco verso il luogo donde udiva partire la voce, vide un bellissimo fanciullo che piangeva. Mosso a compassione disse:
– Povero bambino come mai ti trovi qui, così abbandonato in questa neve?
Ed il fanciullo rispose:
– Ohimè! come posso non piangere, mentre mi vedi così abbandonato da tutti? Mentre nessuno ha compassione di me?
Ciò detto disparve. Allora capì quel buon viaggiatore essere quel bambino Gesù stesso, che si lamentava dell’ingratitudine e della freddezza degli uomini.
Vi ho narrato questo fatto, perché procuriamo che Gesù non abbia a lagnarsi anche di noi. Perciò prepariamoci a far bene questa novena. Al mattino al tempo di Messa vi sarà il canto delle Profezie, poche parole di predica e poi la benedizione. Due cose io vi consiglio in questi giorni, per passare santamente la novena:
            1. Ricordatevi sovente di Gesù Bambino, dell’amore che vi porta e delle prove che vi ha dato del suo amore fino a morire per voi. Al mattino alzandovi subito al tocco della campana, sentendo il freddo, ricordatevi di Gesù Bambino che tremava pel freddo sulla paglia. Lungo il giorno animatevi a studiar bene la lezione, a far bene il lavoro, a stare attenti nella scuola per amore di Gesù. Non dimenticate che Gesù avanzava in sapienza, in età e in grazia appresso a Dio ed appresso agli uomini. E sovra tutto per amore di Gesù guardatevi dal cadere in qualsivoglia mancanza che possa disgustarlo.
            2. Andate spesso a trovarlo. Noi invidiamo i pastori che andarono alla capanna di Betlemme, che lo videro appena nato, che gli baciarono la manina, gli offersero i loro doni. Fortunati pastori, diciamo noi! Eppure nulla abbiamo da invidiare, poiché la stessa loro fortuna è pure la nostra. Lo stesso Gesù, che fu visitato dai pastori nella sua capanna si trova qui nel tabernacolo. L’unica differenza sta in ciò, che i pastori lo videro cogli occhi del corpo, noi lo vediamo solo colla fede, e non vi è cosa, che possiamo fargli più grata, che di andare spesso a visitarlo. E in qual modo andare a visitarlo? Primieramente colla frequente Comunione. Nell’Oratorio, in questa novena specialmente, ci fu sempre un grande impegno, un grande fervore per la Comunione e spero che lo stesso farete voi in quest’anno. Altro modo poi è di andare qualche volta in chiesa lungo il giorno, fosse anche per un sol minuto, recitando anche un solo Gloria Patri. Avete inteso?
Due cose adunque noi faremo per santificare questa novena. Quali sono? Chi sa ripeterle?
Ricordarci sovente del Bambino Gesù, avvicinarsi a lui colla S. Comunione e colla visita in chiesa (MB VI, 351-352)”.

Le parole di don Bosco sono valide anche oggi. Se hanno dato frutto nel passato, possono dare anche oggi, se le seguiamo con viva fede.