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Lo Spirito Santo continua incessantemente il lavoro nascosto nelle anime, portandole alla santità. Non pochi membri della Famiglia salesiana hanno avuto una vita degna del titolo di cristiano: consacrati e consacrate, laici, giovani, hanno vissuto nella fede la loro vita, portando la grazia di Dio ai loro prossimi. Spetta alla Postulazione Generale dei Salesiani di don Bosco studiare la loro vita e i loro scritti e proporre alla Chiesa che gli riconosca la santità.
Alcuni giorni fa, è stata inaugurata la nuova sede della Postulazione. Auguriamo che la nuova struttura sia un’occasione di un rinnovato impegno per le cause di canonizzazione non solo da parte di coloro che lavorano direttamente alle cause, ma anche per tutti coloro che possono dare il loro contributo. Lasciamoci guidare in questo dal Postulatore Generale per le Cause dei Santi, don Pierluigi Cameroni.


Occorre esprimere profonda gratitudine e lode a Dio per la santità già riconosciuta nella Famiglia Salesiana di don Bosco e per quella in via di riconoscimento. L’esito di una Causa di Beatificazione e di Canonizzazione è un evento di straordinaria rilevanza e valenza ecclesiale. Si tratta infatti di operare un discernimento sulla fama di santità di un battezzato, che ha vissuto le beatitudini evangeliche in grado eroico o che ha dato la vita per Cristo.
Da don Bosco fino ai nostri giorni è attestata una tradizione di santità cui merita dare attenzione, perché incarnazione del carisma che da lui ha avuto origine e che si è espresso in una pluralità di stati di vita e di forme. Si tratta di uomini e donne, giovani e adulti, consacrati e laici, vescovi e missionari che in contesti storici, culturali, sociali diversi nel tempo e nello spazio hanno fatto brillare di singolare luce il carisma salesiano, rappresentando un patrimonio che svolge un ruolo efficace nella vita e nella comunità dei credenti e per gli uomini di buona volontà.


L’impegno a diffondere la conoscenza, l’imitazione e l’intercessione dei membri della nostra famiglia candidati alla santità

Suggerimenti per promuovere una Causa.

– Favorire la preghiera con l’intercessione del Beato, Venerabile Servo/a di Dio, attraverso immagini (anche reliquia ex-indumentis), dépliant, libri… da diffondere nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle case religiose, nei centri di spiritualità, negli ospedali per chiedere la grazia di miracoli e favori attraverso l’intercessione del Beato, Venerabile Servo/a di Dio.

– È particolarmente efficace la diffusione della novena Beato, Venerabile Servo/a di Dio, invocandone l’intercessione nei diversi casi di necessità materiale e spirituale.
Si sottolineano due elementi formativi: il valore della preghiera insistente e fiduciosa e quello della preghiera comunitaria. Ricordiamo l’episodio biblico di Naam il Siro (2Re 5:1-14), dove scorgiamo diversi elementi: la segnalazione dell’uomo di Dio da parte di una fanciulla, l’ingiunzione di bagnarsi sette volte nel Giordano, il rifiuto sdegnato e risentito, la saggezza e l’insistenza dei servi di Naam, l’obbedienza di Naam, l’ottenimento non solo della guarigione fisica ma della salvezza. Ricordiamo anche la descrizione della prima comunità di Gerusalemme, quando si afferma: «Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui» (At 1,14).

– Si consiglia, ogni mese nel giorno in cui ricorre la data della morte del/della Beato/a, (Venerabile) Servo/a di Dio di curare un momento di preghiera e di commemorazione.

– Pubblicare con scadenza trimestrale o quadrimestrale un Foglio informativo che informi circa il cammino della Causa, particolari ricorrenze ed eventi, testimonianze, grazie… a sottolineare che la Causa è viva e accompagnata.

– Curare una volta all’anno una Giornata commemorativa, evidenziando particolari aspetti o ricorrenze della figura del/della Beato/a, (Venerabile) Servo/a di Dio, coinvolgendo i gruppi che sono particolarmente “interessati” alla sua testimonianza (ad esempio sacerdoti, religiosi, giovani, famiglie, medici, missionari…).

– Raccogliere e documentare le grazie e i favori che vengono attribuiti al/alla Beato/a, (Venerabile) Servo/a di Dio. È utile avere un quaderno in cui annotare e segnalare le grazie chieste e quelle ricevute, a testimonianza della fama sia di santità sia di segni. In particolare, se si tratta di guarigioni e/o di presunti miracoli, è importante raccogliere urgentemente tutta la documentazione medica che dimostra il caso e le prove che attestano l’intercessione.

– Costituire un Comitato che si impegni a promuovere tale Causa anche in vista della Beatificazione e Canonizzazione. Membri di tale Comitato dovrebbero essere persone particolarmente sensibili alla promozione della Causa: rappresentanti della diocesi e della parrocchia di origine, responsabili di gruppi e associazioni, medici (per lo studio dei presunti miracoli), storici, teologi ed esperti di spiritualità…

– Promuovere la conoscenza attraverso la redazione della biografia, l’edizione critica degli scritti e altre produzioni multimediali.

– Periodicamente presentare la figura del/della Beato/a, (Venerabile) Servo/a di Dio nel
Bollettino parrocchiale e nel giornale diocesano, nel Bollettino salesiano.

– Avere un sito web o un link dedicato al/alla Beato/a, (Venerabile) Servo/a di Dio con la sua vita, dati e notizie relativi alla Causa di Beatificazione e Canonizzazione, richiesta di preghiere, segnalazione di grazie…

– Rivedere e riordinare gli ambienti dove egli/ella ha vissuto. Organizzare uno spazio espositivo. Elaborare un itinerario spirituale sulle sue orme, valorizzando luoghi (Casa natale, chiesa, ambienti di vita…) e segni.

– Ordinare un archivio con tutta la documentazione catalogata e informatizzata relativa al/alla Beato/a, (Venerabile) Servo/a di Dio.

– Creare un fondo economico per sostenere sia le spese della Postulazione della Causa sia l’opera di promozione e animazione della Causa stessa.

– Promuovere opere di carità e di educazione nel nome del/della Beato/a, (Venerabile) Servo/a di Dio, attraverso progetti, gemellaggi…


Particolare attenzione ai presunti miracoli!

– Curare il nostro sguardo “teologico” per cogliere i miracoli che ogni giorno avvengono nella nostra vita e intorno a noi.
– Pregare e far pregare per i vari casi che si presentano e chiedere che per l’intercessione di un Servo/a di Dio o Venerabile o Beato, il Signore intervenga con la sua grazia ed operi non solo un miracolo oggettivamente riguardante la salute corporale, ma anche una vera e sincera conversione.
– Far capire meglio alla gente cos’è un miracolo “dimostrabile” e a cosa serve in una Causa di canonizzazione, facendo vedere non solo l’aspetto scientifico, medico ma anche quello teologico.
– Nominare una persona incaricata a cui comunicare e segnalare grazie e presunti miracoli. Seguire una Causa per certificare un miracolo è un impegno molto grande per un promotore che deve dimostrare un amore vero verso il Servo di Dio.
– Suscitare coscienza che dobbiamo avere più fede nell’intercessione dei nostri santi.
– Comunicare quando si chiede una grazia per unirci nella preghiera. Non stancarsi di pregare.
– Seguire meglio e personalmente le persone a cui si dà il materiale (novene, santini, ecc.) e scegliere con attenzione anche i luoghi dove farlo.
– È importante sensibilizzare i fedeli alla preghiera continua sorretta da una grande fede e disposti ad accettare sempre la volontà di Dio. Possiamo imparare guardando alla vita e alle sofferenze che hanno vissuto i nostri santi.
– Oltre alle preghiere è importante stare vicino con la presenza alle famiglie che hanno grandi problemi e dare loro qualche reliquia.
– In caso di presunto miracolo occorre procedere con rigorosità utilizzando una metodologia scientifica nel raccogliere le prove, le testimonianze, i pareri medici, ecc. e possibilmente ordinando tutte le informazioni in sequenza cronologica.

Un miracolo è composto da due elementi essenziali: quello scientifico e quello teologico. Il secondo però presuppone il primo.

Occorre preparare

1. Una breve e accurata relazione sulle circostanze particolari che hanno caratterizzato il caso; ciò consiste in una fattispecie cronologica di tutti gli elementi del fatto prodigioso, sia quelli riguardanti l’elemento scientifico che quello teologico. La fattispecie cronologica comporta: generalità del sanato; sintomi della malattia, cronologia degli avvenimenti medico-scientifici; indicazione delle ore decisive della guarigione, precisazione della diagnosi e della prognosi del caso, evidenziando tutte le ricerche eseguite. Delineare la terapia seguita, illustrare la modalità di guarigione, ossia quando è stata eseguita l’ultima costatazione prima della guarigione, la completezza della guarigione, presentata in modo assai dettagliato e la permanenza della guarigione.

2. Un elenco di testi che possono contribuire alla ricerca della verità del caso (sanato, parenti, medici, infermieri, persone che hanno pregato…).

3. Tutti i documenti relativi al caso. Sulle asserite guarigioni miracolose sono necessari i documenti medici, clinici e strumentali (ad es., cartelle cliniche, referti medici, esami di laboratorio e indagini strumentali).


Discernimento iniziale prima di avviare una causa

Innanzitutto, è necessario, da parte dell’Ispettore e del suo Consiglio o del Superiore o Responsabile di un gruppo, investigare e documentare con somma diligenza circa la fama sanctitatis et signorum del candidato e l’attualità della Causa, al fine di verificare la verità dei fatti e la conseguente formazione di una motivata certezza morale. Inoltre, è fondamentale che la Causa in questione interessi una rilevante e significativa porzione del popolo di Dio e non sia intenzione solo di qualche gruppo, se non addirittura di qualche persona. Tutto ciò comporta un più motivato e documentato discernimento iniziale, per evitare dispersione di energie, forze, tempi e risorse.
È fondamentale individuare poi la persona giusta (Vice Postulatore) che prenda a cuore la Causa e abbia il tempo e la possibilità di seguirla in tutte le sue tappe.
Occorre anche ricordare che iniziare e proseguire una Causa richiede un notevole investimento di risorse a livello di persone e di contributi economici.


Conclusione

La santità riconosciuta, o in via di riconoscimento, da un lato è già realizzazione della radicalità evangelica e della fedeltà al progetto apostolico di don Bosco, cui guardare come risorsa spirituale e pastorale; dall’altro è provocazione a vivere con fedeltà la propria vocazione per essere disponibili a testimoniare l’amore sino all’estremo. I nostri Santi, Beati, Venerabili e Servi di Dio sono l’autentica incarnazione del carisma salesiano e delle Costituzioni o Regolamenti dei nostri Istituti e Gruppi nel tempo e nelle situazioni più diverse, vincendo quella mondanità e superficialità spirituale che minano alla radice la nostra credibilità e fecondità. I santi sono veri mistici del primato di Dio nel dono generoso di sé, profeti di fraternità evangelica, servi dei fratelli con creatività.

Il cammino di santità è un percorso da fare insieme, nella compagnia dei santi. La santità si sperimenta insieme e si raggiunge insieme. I santi sono sempre in compagnia: dove ve n’è uno, ne troviamo sempre molti altri. La santità del quotidiano fa fiorire la comunione ed è un generatore “relazionale”. La santità si nutre di relazioni, di confidenza, di comunione. Veramente, come ci fa pregare la liturgia della Chiesa nel prefazio dei santi: «Nella loro vita ci offri un esempio, nell’intercessione un aiuto, nella comunione di grazia un vincolo di amore fraterno. Confortati dalla loro testimonianza, affrontiamo il buon combattimento della fede, per condividere al di là della morte la stessa corona di gloria».

P. Pierluigi CAMERONI
Salesiano di Don Bosco, esperto di agiografia, autore di vari libri salesiani. È il Postulatore Generale della Società Salesiana di san Giovanni Bosco