“Life” è un gruppo di giovani, nato nel 1975 in Sicilia, che vuole vivere con impegno i valori umani e cristiani ed esprimerli attraverso il linguaggio artistico. Spettacoli, musica, canti, danze per proporre un messaggio al pubblico, per dire qualcosa che aiuti a riflettere e anche a pregare. Vogliono portare la proposta cristiana nei teatri e nelle piazze, in un nuovo modo di evangelizzare.
Li avevo visti all’opera sul palcoscenico di uno dei teatri più grandi di Catania, dinanzi a più di 1800 giovani delle scuole della città. Presentavano un musical che, con un linguaggio giovanile, aiutava a riflettere a 360° sul valore della vita. Canto, danza, luci, effetti speciali avevano tenuto inchiodati alle poltrone quei ragazzi per tutta la mattinata. All’uscita mi ero voluta mescolare agli spettatori per catturare qualche commento: “Forti davvero! A me sono piaciuti tanto i balletti!”… “Hai visto che c’era anche l’orchestra dal vivo? Vorrei chiedere se mi prendono con loro”… “Più o meno hanno la mia età, ma che voci!…”.
Anch’io ero rimasta colpita da quel gruppo di giovani attori, non solo per la qualità della loro performance, ma anche perché già prima che arrivasse il pubblico avevo visto che si davano da fare per mettere in ordine ogni cosa: c’era chi posizionava i fari per le luci, chi provava i microfoni, chi metteva in ordine i costumi, chi si cimentava nell’ultima prova di un balletto e chi faceva i suoi vocalizzi per schiarire la voce. Ognuno sapeva cosa doveva fare e, con senso di responsabilità, svolgeva il suo compito. Quando il teatro fu pieno, prima di dare il via, sparirono tutti dietro al sipario chiuso. Volli sbirciare e vidi che, disposti in cerchio, erano tutti lì per una breve preghiera prima di iniziare lo spettacolo. Mi colpì questo fatto. Sapevo che era un gruppo salesiano appartenente all’Associazione del CGS (Cinecircoli Giovanili Socioculturali); decisi, così, di andare a trovarli presso la loro sede per saperne di più e conoscerli meglio.
Trovai un ambiente molto semplice: un saloncino per le prove e per gli incontri, una saletta per le registrazioni, un soppalco con degli armadi per i costumi, un deposito per le scene e per l’attrezzatura di luci e fonica, ma soprattutto trovai tanta creatività e tanto spirito salesiano. Ad accogliermi c’era Armando B., fondatore e responsabile del gruppo, nonché compositore di tutte le musiche, ed altri cinque giovani. Chiesi che mi raccontassero un po’ della loro storia.
– Il nostro gruppo – intervenne Armando – si chiama LIFE, Vita! Sì, perché stiamo insieme per scoprire il senso della vita e per annunciare al mondo la gioia della vita. Siamo nati nel 1975 per il desiderio di alcuni di noi, allora quindicenni, di stare insieme, legati dall’amore per la musica. Da allora se n’è fatta di strada! Nel corso degli anni è maturato pian piano il bisogno di approfondire la nostra fede, di vivere con impegno i valori umani e cristiani ed esprimerli attraverso il linguaggio artistico. Sono nati così i nostri musical, spettacoli interamente ideati e realizzati da noi: dalle musiche ai testi, dai costumi alle scene, dalle luci alla fonica…e abbiamo inciso anche molte cassette e CD.
– Puoi vedere qui alle pareti le locandine e le foto dei nostri spettacoli in tutti questi anni – aggiunse Paolo.

“Life” è stato il primo spettacolo originale che affronta il problema della droga e del dialogo in famiglia; poi c’è stato “Benvenuta Povertà” che aiuta a riflettere sul consumismo e sulla vera libertà che nasce dal distacco dalle ricchezze; la devianza giovanile e le proposte educative di Don Bosco in “Anch’io mi chiamo Giovanni”; la scelta negli ultimi nel musical “La Ragazza di Poitiers”, la cultura della vita contro la cultura della morte in “Apriti alla Vita”; la sapienza evangelica che si sovrappone a quella del mondo in “E se non fosse un Sogno?”; “Storie per Vivere”, piccole storie di oggi e di ieri alla luce della spiritualità salesiana; “3P” – Padre Pino Puglisi, la storia del sacerdote vittima della mafia; “Sulle ali dell’amore”, che presenta l’esperienza del Servo di Dio Nino Baglieri e Ciò che resta è amore, sul messaggio di San Paolo.
– Ultimamente abbiamo messo in scena “Baraccopoli”, – intervenne Giuseppe – un musical che tocca il tema degli emarginati e della solidarietà. L’ultimo nato, invece, è un’opera su Papa Francesco e il suo messaggio agli uomini del nostro tempo. S’intitola “Dalla fine del mondo”.
Sara lo interruppe e, mostrandomi dei DVD, aggiunse:
– Vedi? Ci siamo cimentati anche nella produzione di film e, oltre alle versioni cinematografiche di “Storie per Vivere” e “Apriti alla Vita”, abbiamo realizzato altri tre film – “L’atleta di Dio, Placido e Nicolò” -, che hanno ricevuto premi e riconoscimenti particolari.
Restai veramente stupefatta dinanzi al materiale che documentava tanti anni di attività, e azzardai una domanda:
– Cosa vi spinge a fare tutto questo?
Alessandra sorrise e rispose:
– Il nostro vuole essere un modo nuovo di fare evangelizzazione, di portare la proposta cristiana nei teatri e nelle piazze. L’esperienza delle nostre tournées è sempre entusiasmante: abbiamo percorso l’Italia da un capo all’altro e siamo stati anche all’estero. Ogni volta è una carica nuova poiché nello stesso momento in cui si “annuncia” qualcosa, cresce la consapevolezza e la convinzione di ciò che proponiamo agli altri.
Armando aggiunse:
– Per poter dire qualcosa agli altri è indispensabile prima vivere una realtà! Per questo il nostro C.G.S. investe molto sulla formazione: ogni sabato ci si ritrova per pregare insieme ed ogni domenica abbiamo il nostro incontro formativo. Nel periodo estivo riserviamo una decina di giorni al “campo espressione”, giornate in cui si riflette sulla parola di Dio e si esprime in maniera creativa (musiche, danze, mimi…) la propria riflessione. Nei periodi dell’anno liturgico ci incontriamo per una giornata di ritiro spirituale. È una proposta, la nostra, che offriamo a tanti giovani del nostro territorio e non, di diverse fasce di età. I più grandi accompagnano i più piccoli. Molti arrivano a noi attratti dalla musica e dal desiderio di trovare amici e fare gruppo e pian piano si coinvolgono anche in un cammino di fede.
– Sì – intervenne Simone – posso testimoniare con la mia storia: all’inizio venni in gruppo solo perché mi piaceva la recitazione e desideravo anche imparare a suonare uno strumento. Qui trovai l’uno e l’altro, ma soprattutto conobbi persone che mi hanno saputo ascoltare e che mi hanno mostrato un modo di vivere diverso da quello che avevo sperimentato fino a quel momento. Qui ho iniziato anche a conoscere il Vangelo.
Mi sentivo bene con loro e mi fermai a chiacchierare fino a sera. Seppi, così, di tante esperienze vissute da questi ragazzi, come quella di andare nei pub a suonare e coinvolgere i giovani clienti in dialoghi su alcuni temi che li invogliassero a riflettere sulla loro vita o quella di andare a portare aiuti ai senzatetto in serate particolarmente fredde o, ancora, quella di gestire nel quartiere un oratorio alla maniera di Don Bosco o animare degli incontri giovanili in occasione di raduni diocesani o della regione.
Tornai ancora un sabato a trovarli. Era tutto un cantiere: Giuseppe animava l’incontro dei pre-adolescenti che se ne stavano stipati nella saletta di solito usata per le registrazioni, altri tre giovani dipingevano le scene dello spettacolo in programmazione, un gruppetto provava le varie voci di una canzone, mentre due erano intenti a scrivere su dei fogli. “Prepariamo l’incontro di domani sera per le famiglie – mi dissero. “Ci saranno le coppie di chi appartiene al gruppo, ma anche i genitori dei nostri ragazzi. Vogliamo coinvolgere anche loro in un cammino formativo”.
Quanta vita in questo gruppo! – mi sono detta; hanno scelto veramente il nome giusto come chiamarsi: LIFE!