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Abbiamo fatto a don Alexandre Luís de Oliveira, nuovo ispettore dell’Ispettoria Salesiana di San Paolo (BSP), alcune domande per i lettori del Bollettino Salesiano OnLine.


Don De Oliveira è nato a Campinas, nello Stato di San Paolo, il 18 ottobre 1975. Ha conosciuto i Salesiani proprio nell’opera salesiana di Campinas, dove è stato allievo dell’istituto e ha partecipato ai gruppi giovanili e alle attività parrocchiali.
Sua madre, Tamar A. Da Silva, vive ancora attualmente nella città di Campinas.
Ha svolto il noviziato a Indápolis, presso Dourados, il post-noviziato a Lorena, il tirocinio a San Carlos e Pindamonhangaba e gli studi teologici nella casa di Lapa, a San Paolo. Ha emesso la professione perpetua il 31 gennaio 2004 a San Paolo, ed è stato ordinato sacerdote il 17 dicembre 2005 a Campinas.
Ha trascorso i suoi primi anni da sacerdote nella presenza salesiana di Lorena, presso l’Istituto “San Joaquín” (2006-2008). Dal 2009 al 2011 è stato Direttore e Parroco dell’opera salesiana della città di Americana; nel 2012 è diventato Direttore della Casa Ispettoriale di San Paolo, e al contempo Delegato di Pastorale Giovanile; dal 2013 al 2017 è stato Direttore del Postnoviziato di Lorena e Delegato ispettoriale per la Formazione; dal 2018 al 2022 Direttore e parroco della casa “Maria Ausiliatrice” di Campinas e attualmente è Direttore della casa “San José”, sempre a Campinas. Ha inoltre ricoperto l’incarico di Consigliere Ispettoriale per tre trienni consecutivi, dal 2012 al 2020.
Don De Oliveira succede nell’incarico a don Justo Piccinini, che ha concluso il suo mandato di sei anni come Ispettore.


Può farci una autopresentazione?
Sono don Alexandre Luís de Oliveira, brasiliano, dell’Ispettoria Salesiana di San Paolo (BSP). Ho 49 anni, 25 anni di professione religiosa, 19 anni di ordinazione sacerdotale e attualmente sono ispettore.
Sono della città di Campinas SP. Ho frequentato la casa salesiana da bambino. Sono stato un piccolo corista, un oratoriano e un ex allievo del Centro Professionale Don Bosco presso la Scuola Salesiana di San Giuseppe. Insieme alla mia famiglia, frequentavo anche la cappella della Scuola Salesiana di San Giuseppe e della Parrocchia di Nostra Signora Ausiliatrice. Vivendo con i salesiani e frequentando questi ambienti, mi sono sentito chiamato ad un discernimento vocazionale.

Perché salesiano?
Salesiano, perché mi sento profondamente identificato con il carisma di Don Bosco: l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani.

Come ha reagito la tua famiglia?
Fin dall’inizio, la mia famiglia mi ha accompagnato con il suo sostegno e le sue costanti preghiere affinché si compisse la volontà di Dio su di me e che fossi felice del mio progetto di vita.

L’incontro e la persona che più ti hanno colpito
Mi ha sempre colpito la presenza dei salesiani che sono molto vicini ai giovani. Questa facilità di accesso mi riporta sempre alla mente bei ricordi e mi ha anche stimolato nella mia risposta vocazionale.

La gioia più grande?
La mia gioia più grande è la mia consacrazione religiosa e il giorno della mia ordinazione sacerdotale. Essere un sacerdote salesiano mi appaga profondamente.

Quali sono le necessità locali più urgenti e dei giovani?
Credo che il bisogno più urgente dei giovani sia quello di avere riferimenti creativi nel loro processo di formazione/educazione ai valori.

Che cosa si potrebbe fare di più e meglio?
Credo che, come Salesiani di Don Bosco, possiamo essere più vicini ai giovani, possiamo offrire loro maggiori opportunità di contatto con noi consacrati e in questo modo, attraverso la nostra testimonianza, possiamo anche invitarli alle vocazioni.

Programmi per il futuro? Sogni? Iniziative?
Per il presente e per il futuro, possiamo essere segni vivi della presenza di Don Bosco tra i giovani, le nostre comunità possono essere più aperte ad accoglierli e ad offrire loro reali opportunità di crescita spirituale, umana, educativa e professionale.

Ha un messaggio per la Famiglia Salesiana?
Un messaggio di speranza viva, di ritorno alle origini, di ritorno a Don Bosco. Che possiamo sognare il suo sogno e i sogni dei giovani. Che le nostre comunità, le scuole, le opere sociali, le parrocchie e i centri universitari siano una casa per i giovani, un luogo per la loro realizzazione.